”Il male non esiste” / 28 Aprile 2024 in Il male non esiste

Arduo non rimanere frastornati, quasi ammutoliti, dall’incanto di parole, allegorie e simbolismi, che l’ultima fatica di Ryūsuke Hamaguchi offre ai suoi spettatori.
Difficile non restare avvinti dai suoi silenzi, dai suoi piani sequenza che sembrano quasi intrappolare, nell’amenità dei suoi paesaggi, sia i caratteristi, che lo stesso pubblico, come se il conflitto antinomico descritto nella pellicola riguardasse anche noi.
”Il male non esiste” esplora il rapporto tra uomo e ambiente, il loro viscerale legame. E lo fa partendo dal presupposto che l’uomo ne è un suo disegno, sempre se è disposto a non alterare i suoi equilibri.
Tutto si regge, infatti, proprio sull’equilibrio tra i due.
Se tale bilanciamento viene a mancare, il male può essere considerato autoconservazione?, un istinto alla sopravvivenza?
Questo sta allo spettatore, rinchiuso all’interno di un dedalo di astruse allegorie, scoprirlo.

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