Appunti di un venditore di donne

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Appunti di un venditore di donne

Film tratto dall'omonimo romanzo di Giorgio Faletti. Milano, 1978. Bravo passa le sue notti tra locali di lusso, bische e discoteche, insieme all'amico Daytona. Si definisce un imprenditore: la sua merce sono le donne. L'incontro con l'affascinante Carla, una ragazza che decide di entrare nel suo giro di prostitute d'alto bordo, cambia completamente la sua vita. Di lì a poco, Bravo finisce in un guaio.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Appunti di un venditore di donne
Attori principali: Mario Sgueglia, Miriam Dalmazio, Libero De Rienzo, Paolo Rossi, Francesco Montanari, Antonio Gerardi, Claudio Bigagli, Michele Placido, Gualtiero Burzi, Martina Cavazzana, Massimo Rigo

Regia: Fabio Resinaro
Sceneggiatura/Autore: Fabio Resinaro
Fotografia: Paolo Bellan
Produttore: Luca Barbareschi
Produzione: Italia
Genere: Thriller, Poliziesco
Durata: 125 minuti

Dove vedere in streaming Appunti di un venditore di donne

Film tratto da Faletti, guardando un po’ a Fernando Di Leo / 15 Marzo 2023 in Appunti di un venditore di donne

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

C’è più di qualcosa che, secondo me, non funziona, in questo film. Peccato, perché si tratta dell’ennesimo esempio di “cinema-che-cerca-di-svecchiare-il-panorama-italiano-contemporaneo” con storie e soluzioni poco usuali che, però, non porta a casa il risultato, perlomeno non in toto.

In realtà, la regia è molto buona, il film ha un buon ritmo e il meccanismo narrativo è intrigante, perché, per un buon pezzo, la sceneggiatura firmata dal regista, Fabio Resinaro (e tratta da uno dei romanzi di Giorgio Faletti che non ho letto), fa guardare lo spettatore da una parte e, all’improvviso, lo fa voltare in un’altra direzione.

Cioè, quello che, inizialmente, sembra un film che propone il revival di toni e temi di un certo filone crime italiano degli anni Settanta (parlo della trilogia del milieu di Fernando Di Leo, eh, non dei poliziotteschi), diventa altro, ovvero una storia di vendette e tradimenti con qualche elemento di fantapolitica ucronica condito da doppi e tripli giochi e una raffica di colpi di scena.
Insomma, quasi un MacGuffin à la Hitchcock, per capirci, che, qui, è rappresentato dal lavoro del protagonista, Bravo (Mario Sgueglia), magnaccia d’alto bordo (una evoluzione in chiave taciturna del personaggio esplosivo di Mario Adorf ne La mala ordina, appunto) che viene incastrato in un complotto in cui convergono politici corrotti, Brigate Rosse (e il sequesto Moro) e SISDE.

Quel che non mi ha convinto, direi, è la mancata definizione di un contesto capace di far sentire il sapore della Milano del tempo (le insegne notturne create con la computer graphic, brrr…) e, poi, la prova di tutti gli attori, in generale, mi è sembrata poco ispirata, di taglio (ora la sparo…) troppo televisivo.
Punto a ulteriore sfavore: gran parte dei dialoghi quasi non si comprende, un po’ per la tendenza degli interpreti a pronunciare le battute a mezza voce, un po’… sinceramente, non lo so, sembra una moda questa dei dialoghi biascicati per riprodurre una presunta naturalezza. Vorrei che questa mania passasse presto.

Nota (mia) fine a se stessa: Sgueglia è truccato e vestito (volutamente?) in modo da sembrare una specie di copia di Keanu Reeves in John Wick.

P.s.: ma il set allestito all’Ascot, il locale in cui “lavora” Bravo (che, forse, potrebbe trovare una corrispondenza reale nel famoso Derby di Milano, visto il nome?) è lo stesso che si vede ne Lo spietato di Renato De Maria (2019)?

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Splendido Noir tratto da Faletti… / 9 Novembre 2021 in Appunti di un venditore di donne

Che sia tratto da un romanzo ben scritto si capisce soprattutto dallo svolgimento e dai colpi di scena; posso solo dire che il film ha un magnetismo noir che cattura fin da subito e non ti lascia se non alla fine; ottima la recitazione, l’ambientazione, la complessità della storia.

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