Forzature e una protagonista… antipatica / 6 Aprile 2018 in Requiem

In questo momento, non è ancora chiaro se sarà realizzata una seconda stagione di Requiem.
Posto o meno che sia così, questa (mini?) serie BBC disponibile su Netflix mi è piaciuta davvero poco e le rimprovero astiosamente di avermi fatto gettare il tempo alle ortiche.

L’affastellarsi di “cose misteriose che non hanno spiegazione (o che la troveranno in futuro)” è eccessivo e, alla lunga, diventa privo di mordente e alcune situazioni sono fastidiosamente frutto del caso, non solo di una fervida e incontrollata fantasia.
Alcun dettaglio è riuscito a intrigarmi fino in fondo: né l’ambientazione rurale e livida, sulla carta prepotentemente brit e, perciò, foriera di fascinazioni intriganti, né la caratterizzazione dei personaggi, su cui spicca l’antipatica protagonista.
L’indubbia ricercatezza estetica legata a inquadrature decentrate à la Fincher, l’attenzione alla fotografia, alle composizioni cromatiche (che, in qualche modo, mi hanno ricordato un’altra serie tv mistery, la tedesca Dark) e ai non banali outfit (della protagonista) non sono bastati a risollevare una storia sconclusionata e, a mio parere, piena di forzature che, a fronte di buone premesse, si distrae ripetutamente, allungando inutilmente la traccia narrativa e giungendo a un finale (perlomeno, per me) abbastanza prevedibile.

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