GTO appartiene a quella categoria di serie che riescono a soddisfare abilmente il bisogno oggettivo con quello soggettivo. Ogni singolo episodio è infatti piacevolissimo nella sua visione, grazie ad una comicità stravagante ed in certi tratti quasi surreale. Ma dietro la risata c’è comunque spazio per una piccola riflessione. A farla da padrone sono le problematiche e i drammi tipici dell’adolescenza: crescita, futuro, bullismo, delinquenza, contrasti. Non per ultimo, il rapporto scuola-alunno, qui descritto con una critica senza peli sulla lingua da parte dell’autore. Fujisawa infatti mostra come nella società moderna i ragazzi abbiano ormai perso la fiducia nell’insegnamento, di come gli insegnanti stessi, che dovrebbero essere modelli educativi validi ed indirizzare i giovani verso un futuro brillante e che può solo far bene al paese, preferiscano anteporre unicamente i loro bisogni personali, vedendo gli studenti come un inutile peso per i loro interessi e trattandoli con una paurosa sufficienza.
In GTO c’è tanta carne al fuoco trattata sapientemente, senza risultare banale o narrativamente pesante. Metteteci poi la presenza di personaggi ormai diventati cult per la loro simpatia e per la loro umanità. Il cinismo di Kanzaki, la professionalità di Fuyutsuki, la goffagine di Tomoko, il passivismo di Yoshikawa, l’odio ossessivo di Uchiyamada, passando per tanti altri, fino ad arrivare a Eikichi Onizuka, personaggio dotato di numerose sfaccettature. A volte stupido, a volte serio, a volte padre, a volte insegnante, ma sempre uomo, tanto che è bilanciato nei suoi pregi e nei suoi difetti. Autentico capolavoro di Fujisawa, che crea un personaggio umano e carismatico, su cui regge perfettamente un’opera costruita ed elaborata alla perfezione. Che fa ridere sì, ma che colpisce quando deve colpire. Dieci meritato.
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