Tutti siamo un po’ razzisti / 4 Giugno 2018 in Dear White People

Pima e seconda stagione.
Ho iniziato la serie per caso, senza sapere di preciso di cosa trattasse. Dopo due puntate, ero già dipendente!
Dear White People racconta di un gruppo di ragazzi afroamericani che frequenta un prestigioso college statunitense, frequentato prevalentemente da bianchi. Il racconto affronta e indaga le tematiche della questione razziale nella sua globalità, senza alcun tipo di censura o semplificazione. L’argomento vien trattato nella sua complessità, spesso in modo satirico, ma altrettanto spesso in modo serio, crudo e senza retorica, con alcuni episodi molto drammatici. Il punto di vista non è solo quello di chi il razzismo lo subisce, ma anche di chi spesso, anche se inconsciamente, lo esercita.
L’ho trovato non solo ben scritto, ma anche ben recitato. Tutti i protagonisti sono ben caratterizzati e all’altezza degli argomenti trattati. Nella seconda stagione, in particolare, ogni puntata è dedicata ad un protagonista, nel senso che l’intero episodio e trattato dal suo punto di vista.
Posso solo aggiungere che dopo aver visto Dear White People, forse il mio punto di vista è cambiato, perchè come dice “Sam”: in uno degli episodi forse più emblematici: “…le mie battute non provocano un tremendo numero di arresti tra i vostri giovani, ne rendono pericoloso per voi passeggiare nel vostro stesso quartiere. Le vostre invece sì. Quando ci deridete, oppure ci umiliate, rafforzate un sistema già esistente… perché quando un poliziotto punta il suo fucile contro un uomo di colore, non vede mai un essere umano, ma una caricatura o un criminale. Un negro…”.
Sarà per la forte empatia trasmessa dalla serie, ma alla fine la domanda che ci si pone non può che essere, ma allora veramente “siamo tutti un po’ razzisti”?

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