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Over the Moon - Il fantastico mondo di Lunaria

/ 20205.836 voti

28 Novembre 2020 in Over the Moon - Il fantastico mondo di Lunaria

Mi dispiace definire un film d’animazione, “per bambini” in quanto è uno dei miei generi preferiti e spesso assume una connotazione negativa. Inoltre, so bene il potenziale che un film d’animazione definito tale, può avere (vedi Ponyo sulla scogliera). Over the Moon è semplice, è scontato, risulta già visto e non necessariamente si tratta di un difetto; per un bambino. I colori, le innumerevoli macchiette e spalle comiche sono tutti elementi utili ad attirare un determinato tipo di pubblico. Tuttavia una visione più matura non riesce a connettersi alla magia. La caratterizzazione fisica dei personaggi lunari crea un netto contrasto; ho fatto fatica ad immaginare che provenissero tutti dallo stesso mondo. Il conflitto interiore della protagonista è risolto rapidamente senza creare empatia alcuna. Molto più interessanti sono le vicende del fratellino e il suo incontro con la Regina. Animazioni che non hanno nulla da invidiare a quelle disneyane, in particolare alcuni fantastici innesti in 2D. Eppure credo sia tutto dimenticabile in meno di una settimana.

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Glen Keane sulla Luna / 27 Ottobre 2020 in Over the Moon - Il fantastico mondo di Lunaria

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Il primo lungometraggio da regista del grandissimo Glen Keane è un concentrato di (alcune) pregevolezze estetiche e (tante) banalità narrative.
Dopo una carriera invidiabile e aver vinto l’Oscar 2018 per il miglior cortometraggio (con Dear Basketball, realizzato in collaborazione con il compianto Kobe Bryant), uno dei più noti e amati disegnatori e animatori Disney (Keane ha disegnato e animato Ariel, Aladdin, Pocahontas, la Bestia, Tarzan e il Rattigan di Basil!) si è cimentato nella regia di un film di lungo minutaggio, una co-produzione cino-americana prodotta da Netflix che attinge a una serie di tradizioni asiatiche che, grazie a manga e anime come Sailor Moon e La storia della principessa splendente di Takahata, sono entrate nell’immaginario collettivo. In particolare, la trama di Over the Moon ruota intorno al mito di Chang’e, la dea cinese della Luna, e del suo coniglio lunare impegnato perennemente a lavorare al mortaio.
La protagonista del film, la giovane Fei Fei, ama la leggenda di Chang’e, perché le ricorda la mamma e i bei momenti trascorsi con lei.
Intenzionata a dimostrare l’esistenza di Chang’e e del suo regno lunare, Fei Fei progetta e costruisce un razzo (!!!), per raggiungere il satellite e incontrare la dea.

Over the Moon si risolve in un racconto molto convenzionale di avventura e formazione, pasticciato nella costruzione della “prova” (all’improvviso, spuntano un dono da trovare, un elisir da realizzare e un tempo da rispettare per evitare non ho capito bene cosa —> probabilmente questo per colpa mia) che abbonda di bozze di suggestioni, senza centrarne pienamente nessuna.
Il nuovo film a cartoni animati Netflix non riesce a rinnovare i cliché del genere narrativo scelto (in questo caso, una storia basata sui temi separazione/accettazione/crescita) come, invece, ha fatto un’altra produzione originale dell’azienda, Klaus (2019), e usando, in aggiunta, tutti gli elementi più stucchevoli desunti dalla tradizione Disney: mascotte pucciosa (il coniglietto di Fei Fei è terribilmente “gratuito” e perfino il suo character design sembra slegato dal contesto che, pure, offre diversi “gradi” di rappresentazione, vedi le architetture della Luna e i suoi abitanti, quasi monodimensionali, a dispetto dei terrestri e di Chang’e), canzoni canzoni canzoni che professano i soliti concetti di “Ce la farò” o “Basta il minimo, lo stretto indispensabile”, almeno un paio di spalle comiche (il bambino pongista col suo ranocchio e il riccio-cane fosforescente Gobi).

Resta notevole l’inserto in 2D che racconta una parte della leggenda di Chang’e, in cui si può godere appieno della bravura tecnica di Keane, e riempie gli occhi la ricchezza di dettagli kitsch degli abiti e delle acconciature della dea.

A latere, mi ha colpito il fatto che il soggetto di partenza (una ragazzina cinese orfana di madre che vuole andare sulla Luna) sia praticamente lo stesso del cortometraggio One Small Step (2018) di Andrew Chesworth e Bobby Pontillas, candidato agli Oscar 2019 (chi vuole vederlo, può trovarlo qui: https://www.nientepopcorn.it/notizie/oscar-2/oscar-2019-shortlist-corti-animati-68073/).

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