sei e mezzo. / 26 Maggio 2013 in Garage

Garage.

Garage è un film Irlandese. Avete presente quell’isola famosa per la Guinness, paesaggi favolosi, Guinness e ancora birra ? Bene, fanno anche Cinema.
Essenzialmente è la storia di una macchietta, un personaggio che è un signor nessuno.
Un po’ stupido, ingenuo, innocente come un bambino, subisce le piccole e grandi ingiustizie della quotidianità infatti oltre ad essere vittima di battute, insulti da parte dei suoi coetanei, il capo lo fa lavorare ore extra nella “sua” pompa di benzina/abitazione, sfruttandolo.
Vive giorno dopo giorno un’esistenza mediocre, nella speranza che qualcosa cambi. Basti pensare come un semplice tasferimento di un carello per l’olio e l’incontro con un camionista, in lui generi gioia. Non ha veri amici, figuriamoci una fidanzata o un semplice flirt ma tutti lo conoscono. E’ come quando vivi in un paesino, c’è il “matto” del paese, quello particolare, un po’ sempliciotto, stupidone ma fondamentalmente buono. Lui, Josie, è lo scemo del paese, il giullare e non sa neppure di esserlo, lo intuisce ma non ne è sicuro.

Il film è qualcosa di atroce, è tristissimo e nella sua piccolezza (è girato senza troppe pretese, in molte scene la telecamea traballa) risulta più che sufficiente. La recitazione è il fiore all’occhiello della pellicola. Il protagonista, pur essendo soddisfatto, svolge la sua attività al meglio che può, capisce che potrebbe ambire a qualcosa di meglio. Negli anni passati poteva addirittura andarsene da quel buco dove vive. La cittadina dove è ambinetato il film non è Dublino, è una zona chiusa, omogenea, ignorante.
Un punto di svolta, quello che crede esserlo, è l’arrivo di un quindicenne. Egli sarà il suo collega per un tot. tempo, fra i due si instaura un rapporto di reciproco rispetto, quasi d’amicizia tanto che partecipano a festicciole, alle quali il nostro si sente completamente fuori luogo, a base di birra e falò.
Quindici anni, birra, un amico maturo che gli fa vedere un porno.
Da questo momento il film pende una brutta aria per il nostro fino a un amaro finale.

DonMax

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