Hemingway strikes back / 2 Ottobre 2016 in Per chi suona la campana
L’adattamento di Nichols sembra quasi trascurare la connotazione storica del romanzo di Hemingway da cui il film è tratto. Siamo in Spagna, durante la guerra civile degli anni Trenta, ma la sensazione è che si potrebbe essere ovunque e in qualunque tempo.
La storia d’amore e l’esaltazione dell’eroe prendono infatti il sopravvento nella sceneggiatura, che in ogni caso si dimostra fluida e ben articolata (almeno nelle versioni ridotte per il mercato italiano).
Un discreto Gary Cooper torna in un ruolo hemingwayano (dopo aver interpretato dieci anni prima il protagonista dell’Addio alle armi di Borzage). Insieme alla Bergman arrivano da due trionfi come, rispettivamente, Il sergente York (con cui Cooper vinse l’Oscar) e Casablanca.
Sono loro i due divi celebrati, eppure l’interpretazione davvero memorabile è soltanto quella di Katina Paxinou (Oscar come miglior attrice non protagonista), nel ruolo dell’arcigna Pilar, la donna del capo che ben presto non esiterà a diventare ella stessa comandante del gruppo di miliziani.
Nel complesso un film appena discreto, cui manca un po’ di verve.