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È per il tuo bene

/ 20205.048 voti

Cinema tossico / 7 Gennaio 2024 in È per il tuo bene

Tipica commediola italiana che uccide il cinema italiano. Mi chiedo: un Battiston, un Salemme una Pandolfi, cosa avranno pensato quando se lo sono visto tutto per intero montato e finito?

Stantio / 4 Luglio 2020 in È per il tuo bene

È per il tuo bene, nuovo film da regista di Rolando Ravello, è una di quelle commedie i cui protagonisti fanno il possibile per complicarsi inutilmente la vita.
Non che, nella realtà, non esistano soggetti portati a questo genere di impicci, ma, francamente, questa tripletta di padri/cognati (Battiston, Giallini, Salemme) è davvero eccessivamente stolida.

La storia del papà che patisce nel vedere la figlia diventare donna e compagna di qualcuno è vecchia come il cinema brillante. Ho visto tanti papà cinematografici che disapprovano e tentano di boicottare, più o meno sempre per le stesse ragioni, le relazioni delle figlie: da Spencer Tracy (Il padre della sposa, 1950, e Papà diventa nonno, 1951) a Steve Martin (ancora Il padre della sposa 1/2, 1991-1995), passando per Christian Clavier (Non sposate le mie figlie! 1/2, 2014-2019) e Gérard Depardieu (Mio padre, che eroe!, 1991, e il remake statunitense Ma dov’è andata la mia bambina?, 1994). È per il tuo bene (rifacimento di un film spagnolo, Es por tu bien, 2017) non aggiunge niente all’argomento, se non che triplica le situazioni imbarazzanti e sempre più “pericolose” in cui si infilano i protagonisti. I loro timori possono anche essere giustificati, ma, ovviamente, invece di cercare il confronto con figlie e mogli, preferiscono praticare l’arte del sotterfugio. Il che può anche avere un certo valore drammaturgico, ma -uff!- sa davvero di stantio.

Si ridacchia, ma più per piccoli dettagli (vedi la battuta -forse, involontariamente- surreale: “Cosa ci faceva la farina nello zaino di mio figlio?!?”) che per il film nel suo complesso. Gli attori sono bravi (Marco Giallini ha quel dono per cui gli basta alzare un sopracciglio per suggerire allo spettatore lo stato d’animo del personaggio), ma -magari a torto- il gruppo non mi è sembrato troppo affiatato. Il personaggio di Isabella Ferrari è un po’ defilato, meglio definiti quelli di Valentina Lodovini e Claudia Pandolfi.

Film leggero, ma non indispensabile.

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