L'attacco dei Giganti

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serie tvL'attacco dei Giganti

In un futuro imprecisato, l'umanità è ridotta sull'orlo dell'estinzione: esseri misteriosi e giganteschi, apparentemente privi di intelligenza umana, divorano le persone senza motivo. Per sopravvivere, gli uomini si sono asserragliati in cittadine protette da alte mura, e sono cent'anni che i giganti non si fanno più vedere. Un brutto giorno, però, attaccano la città in cui vive il giovane Eren Jaeger e divorano sua madre. Deciso a vendicarsi, Eren, insieme alla sorella adottiva Mikasa, entra nel Corpo di sicurezza della città.
Lily_Chan ha scritto questa trama

Titolo Originale: 進撃の巨人
STAGIONI/EPISODI: 4 Stagioni , 87 episodi, conclusa
Attori principali: Yuki Kaji, Yui Ishikawa, Marina Inoue, Kisho Taniyama, Hiro Shimono, Yoshimasa Hosoya, Takehito Koyasu, Ayane Sakura, Natsuki Hanae
Colonna sonora: Kohta Yamamoto, Hiroyuki Sawano
Fotografia: Shigeki Asakawa
Produttore: Manabu Otsuka, Hiroo Maruyama, Naotoshi Tsunoda, Hiroyuki Fujita, Yutaka Ueda, Yoko Furukawa, Mitsuhisa Ishikawa
Produzione: Giappone
Genere: Azione, Animazione, Drama, Fantasy
Network: MBS, NHK G, Tokyo MX

Dove vedere in streaming L'attacco dei Giganti

Finalmente / 4 Febbraio 2018 in L'attacco dei Giganti

Era da tempo che non mi capitava una serie che mi appassionasse così tanto. Prima stagione e seconda stagione sono di alto livello, attendo la terza per capire come continuerà la storia (e se manterrà il livello).
Il concept è simile a The Walking Dead, le morti e i cambi di rotta improvvisi sono alla Game of Thrones, e non mancano misteri e scene d’azione. Ambientazione bella (ispirata a Nordlingen, città della Baviera) e musiche ben fatte completano l’opera.

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Una storia epica / 30 Settembre 2013 in L'attacco dei Giganti

L’attacco dei giganti, tratto dall’omonimo manga di Hajime Isayama, è ormai etichettata come la serie anime del 2013 (almeno per ora). E’ impressionante il successo che ha ottenuto nel giro di pochissimi mesi: gadget, magliette, costumi, perfino un videogioco per 3DS in cantiere. Questa serie ha ottenuto numerosi pareri contrastanti. C’è chi la osanna, definendola un capolavoro senza pari e c’è chi la denigra, ritenendola eccessivamente sopravvalutata.
Per me L’attacco dei giganti merita l’enorme successo che sta ottenendo, per diversi motivi. Perché Isayama ha ideato uno shounen atipico, diverso dai canoni standard. Scordatevi infatti l’eroe di turno che, in preda a un improvviso vortice di determinazione arriva e salva amici e alleati in un colpo solo (situazione comune negli shounen, appunto). Qui, come non mai, la morte è dietro l’angolo. Chiunque può perdere la vita, da un momento all’altro, magari senza nemmeno lasciare ai suoi cari un corpo fisico su cui versare lacrime. Il crudele sistema con cui è organizzata la città protetta dalle mura, prevede infatti un sacrificio costante e spietato. I giganti, creature misteriose e ostili agli umani, sono per dimensioni e crudeltà nettamente superiori agli uomini e quindi molto difficili da eliminare. Per proteggere le mura, per esplorare il mondo circostante o comunque per proteggere i civili, i soldati devono mettere continuamente a repentaglio le loro vite. L’inadempienza al loro compito comporterebbe l’estinzione dell’umanità. Il loro è un sacrificio necessario.
Ma i titani non sono l’unica minaccia. Isayama ci mostra abilmente come, in una situazione disperata fino all’estremo, sia proprio l’uomo il pericolo maggiore. Spaventato dall’orrore della morte, non esita infatti a pugnalare alle spalle il proprio simile pur di garantirsi una tutela della propria vita o dei propri interessi. E questo sarà uno dei temi che vedremo più spesso richiamato in questa serie.
I personaggi vantano una caratterizzazione ottima. Non mancano momenti di assoluta introspezione. E nel corso della storia si assisterà a delle vere e proprie evoluzioni psicologiche da parte dei protagonisti.
Il disegno è di alto livello (andando ad accontentare anche coloro che storcevano il naso di fronte alla controparte cartacea dell’opera, criticando apertamente lo stile di Isayama) e la computer grafica non stona. Le scene d’azione e i combattimenti sono resi splendidamente, senza apparire in maniera confusa o superficiale.
Nulla da ridire poi sul comparto sonoro: oltre alla bellezza delle due sigle d’apertura (la prima è diventata una sorta di leggenda del web) le musiche sono ricche di epicità e drammaticità, perfettamente in sintonia con l’atmosfera dell’opera.
Lo consiglio a chi vuole vedere qualcosa di diverso dalle solite serie shounen degli ultimi anni, o comunque a chi vuole godersi una storia epica, intrigante ed adrenalinica, ma anche drammatica, ricca di situazioni che lasceranno più volte l’amaro in bocca, e un forte senso di sconforto per i protagonisti da parte dello spettatore.

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