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@traianoslive @dylar: sono d’accordo con entrambi. Dal canto mio, penso che il cinema italiano “commerciale” abbia sviluppato un grosso timore nei confronti della sperimentazione. Mi sento di dire che, all’epoca dei grandi successi di genere, gli autori osavano molto, sia dal punto di vista tecnico che narrativo, tanto da riuscire anche a stabilire dei coraggiosi canoni estetici (es. nei thriller come questo di Fulci, c’è sempre una cura non banale per arredi e scenografie – per quanto possano scadere nel kitsch- e, cosa che amo molto, viene fatta risaltare la bellezza, fra lo statuario e l’esotico, mai “mediterrana”, delle protagoniste femminili).