NientePopcorn

Il trailer di “Watchmen”, la serie tv HBO dal graphic novel di Moore e Gibbons

Questo autunno, la HBO manderà in onda 'Watchmen', un'ambiziosa serie tv ispirata al graphic novel cult che ha rivoluzionato il concetto di supereroe. Sarà all'altezza del fumetto originale?

La serie tv “Watchmen” in arrivo sulla HBO

L’annuncio fatto a febbraio 2018 è diventato un appuntamento da segnare sul calendario: la serie tv WATCHMEN arriverà in tv grazie a HBO.
La guida di un progetto tanto ambizioso, una delle serie tv più attese del 2019, è stata affidata a Damon Lindelof, già tra i creatori di LOST (2004-2010).
La prima stagione sarà composta da 10 episodi. La regia del pilot è stata affidata a Nicole Kassell che, negli ultimi anni, ha diretto alcuni episodi di diverse serie tv di successo, come BETTER CALL SAUL (2015-) e WESTWORLD (2016-). Tra gli sceneggiatori di WATCHMEN, oltre a Lindelof, compare anche Nick Cuse, che ha firmato numerosi episodi della serie tv THE LEFTOVERS (2014-2017).
Le prime notizie rilasciate sulla serie tv WATCHMEN sono relative al cast di attori che si troveranno riuniti nel Watchmen-Universe. Nel gruppo, emergono Don Johnson (di cui non si conosce ancora il ruolo, ma che nel trailer vediamo vestito da poliziotto), Tim Blake Nelson (Looking Glass) e il premio Oscar Jeremy Irons (Adrian Veidt/Ozymandias). In orbita cinecomic, l’attore ha già vestito i panni di Alfred, il Bat-maggiordomo, nei film BATMAN V SUPERMAN: DAWN OF JUSTICE (2016) e JUSTICE LEAGUE (2017).

Il trailer ufficiale della serie tv “Watchmen”

Nelle ultime settimane, la HBO ha pubblicato alcuni brevissimi teaser. In queste ore, invece, è uscito il primo teaser trailer ufficiale della serie tv che, senza specificare il giorno del debutto, conferma che WATCHMEN andrà in onda a partire dall’autunno 2019.
[Aggiornamento del 16 ottobre 2019] WATCHMEN debutterà su HBO il 21 ottobre. La serie sarà trasmessa in contemporanea anche in Italia, su Sky Atlantic, con le seguenti modalità:
– dal 21/10, in versione originale sottotitolata, ogni lunedì h.03:00 (in contemporanea con gli Stati Uniti) e, poi, in replica in seconda serata, h.23:15;
– dal 28/10, ogni lunedì, h.21:15, in versione doppiata. [Fine aggiornamento]

L’importanza del graphic novel “Watchmen” di Moore e Gibbons

Quando si parla di fumetti e del loro impatto sulla storia della letteratura di genere, insieme a mostri sacri come Maus di Art Spiegelman o L’Eternauta di Héctor Oesterheld e Francisco Solano Lopéz, Watchmen di Alan Moore e Dave Gibbons è da considerarsi un must have tanto per gli amanti del genere quanto per chi avesse voglia di approfondire il media.
Una trama lineare, un omicidio efferato e la conseguente indagine per scoprirne artefici e cause sono il pretesto per una lunga riflessione sul mito del (super)eroe e sulla società occidentale fotografata a metà degli anni Ottanta del Novecento.
Il graphic novel Watchmen è un manifesto politico che, grazie all’inserimento nella storia di un eroe onnipotente come il Dottor Manhattan, consente persino di affrontare digressioni filosofiche di notevole portata, come la posizione dell’uomo rispetto alla vastità del cosmo (“La cimice più intelligente dell’universo, alla fine non è altro che una cimice”).
L’intuizione artistica di Alan Moore che ha dato vita a Watchmen parte da una domanda semplice, che, però, è stata capace di cambiare il modo stesso di intendere e raccontare gli eroi a fumetti: Who watches the Watchmen? Cioè, Chi vigila sui vigilanti?
Nel fumetto di Moore e Gibbons, uscito a fascicoli tra il 1986 e il 1987 e, poi, raccolto in un corposo volume, il mito del supereroe viene analizzato e stravolto.
Con molta ambizione, Watchmen si pone sulla stessa linea narrativa occupata dal romanzo 1984 di George Orwell. Il capolavoro di Moore, infatti, è ambientato in America, in un 1985 alternativo nel quale gli eroi mascherati hanno permesso agli USA di vincere la guerra del Vietnam. Ora, il mondo trattiene il fiato a causa della Guerra Fredda.

[amazon_link asins=’2809406405,B077JWC6DY,1616552476′ template=’ProductCarouselNp’ store=’questaseranie-21′ marketplace=’IT’ link_id=’ c3d544b6-373f-49ed-baf0-546794e65651′]

“Watchmen” e la rappresentazione del supereroe

I Watchmen di Moore e Gibbons

Con il suo lavoro, Moore non ha riscritto solo il modo di rappresentare i supereroi. Questa può essere vista quasi come una conseguenza inattesa. L’obiettivo di Moore, infatti, era quello di mettere in scena un pensiero chiaro ed estremamente critico verso la società e la politica degli anni in cui la Guerra Fredda non era solo una presenza letteraria ossessiva, ma soprattutto uno stato di ansia quotidiana.
Contemporaneamente, Frank Miller (autore di fumetti fondamentali come la serie di Sin City) affrontava con un approccio decisamente più reazionario tematiche analoghe con un altro graphic novel di grande importanza, Il Ritorno del Cavaliere Oscuro.
Il Batman di Miller può essere letto come la risposta autoritaria a uno Stato debole. I Watchmen di Moore incarnano un residuo senso di giustizia in un’America distopica e liberticida nel mezzo di una lunghissima e dolorosa presidenza Nixon.
Spesso, Moore ha ribadito di aver scelto per Watchmen il linguaggio dei fumetti perché ritiene che sia il solo capace di contenere in modo adeguato la storia che aveva in mente. L’autore inglese riteneva chiusa, ma la DC, in aperto conflitto con l’autore e per ragioni di royalties, ha riaperto i giochi con il fumetto Before Watchmen, pubblicato nel 2012. Si tratta di un lungo prequel diviso in vari capitoli dedicati ai protagonisti del fumetto originale. Gli appassionati di Watchmen lo considerano un’operazione commerciale che non aggiunge nulla all’opera di Moore, semplicemente perché, dal punto di vista narrativo e strutturale, nulla andava aggiunto all’originale.
Tutto quello che è stato aggiunto alla storia di Moore non è ritenuto semplicemente apocrifo, ma come qualcosa che poco o nulla ha a che fare con il suo graphic novel.

Di cosa parlerà la serie tv “Watchmen”?

La serie tv WATCHMEN non sarà un adattamento del fumetto di Moore, ma una sorta di sequel. La speranza dei fan è che, se anche dovesse distaccarsi dall’opera originale, ne rispetti lo spirito rivoluzionario.
Pare che Lindelof abbia afferrato il concetto e, di fronte alle perplessità dei lettori, ha affidato a Instagram una sua riflessione. Le suggestioni di Watchmen verranno rispettate solo se sintonizzate con il mondo nel quale Trump, la May e Putin si collocano dove prima stavano Reagan, la Thatcher e Gorbaciov.
Se, come promesso da Lindelof, il suo WATCHMEN sarà in grado di elaborare criticità e contraddizioni del nostro tempo quanto è riuscito a fare Moore negli anni Ottanta, la serie potrebbe meritare l’occasione di dimostrarsi all’altezza del capolavoro a cui si ispira.

Exit mobile version