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“Hunters”: cosa c’è di vero nella nuova serie tv Amazon?

'Hunters' con Al Pacino è una serie tv Amazon Originals ispirata a fatti accaduti. Ma questo telefilm può essere considerato una storia vera? Intanto, sono partite le critiche.

“Hunters”, la nuova serie tv Amazon Originals

Dal 21 febbraio, su Amazon Prime Video, sono disponibili i 10 episodi della nuova serie tv Amazon HUNTERS.
Il telefilm è stato creato da David Weil, uno sceneggiatore esordiente con qualche esperienza come attore, ed è co-prodotto da Jordan Peele, il regista premiato con l’Oscar 2018 per la sceneggiatura del film SCAPPA – GET OUT (2017).
Nel cast di HUNTERS, spicca Al Pacino. Nella filmografia di Al Pacino (che compirà 80 anni ad aprile), non mancano le esperienze televisive, come la miniserie ANGELS IN AMERICA (2003) e il film per la tv YOU DON’T KNOW JACK, per cui è stato premiato due volte ai Golden Globe (2004, 2011) come miglior attore.
Nel trailer di HUNTERS, compare una scritta: Ispirato a fatti realmente accaduti. Ma è davvero così?
La faccenda è più complessa di quanto può sembrare a un primo sguardo. Seguiteci!

Da questo momento, occhio agli spoiler!

La trama di “Hunters”: Al Pacino a caccia di nazisti

Al Pacino (Meyer Offerman) e Logan Lerman (Jonah) in ‘Hunters’ (2019)

La storia raccontata nella prima stagione di HUNTERS si svolge a New York, nel 1977 e, come confermato da Weil, è una vicenda di fantasia.
In HUNTERS, Al Pacino è Meyer Offerman, un uomo che, insieme ad altri caratteristici personaggi, è sulle tracce di alcuni nazisti che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, hanno trovato rifugio negli Stati Uniti. Qui, i militari tedeschi in fuga provano a costituire il Quarto Reich e a concludere ciò che in Europa è stato interrotto con la caduta della Germania e di Adolf Hitler.
In breve, Offerman e le persone che collaborano con lui formano un team di cacciatori di nazisti in guerra aperta, senza esclusione di colpi, con i criminali esuli.

Sono esistiti davvero i cacciatori di nazisti di “Hunters”?

È storicamente accertato che, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, molti alti funzionari e militari nazisti sono riusciti a emigrare negli Stati Uniti. Tra di loro, c’erano anche alcuni scienziati che riuscirono a nascondersi e perfino a essere assorbiti all’interno di enti scientifici americani. Molti altri nazisti fuggirono in Sudamerica.
Non esistono notizie certe sull’esistenza di gruppi organizzati di cacciatori di nazisti negli Stati Uniti (ovviamente, non sono esistiti quelli descritti nella serie tv), anche se è noto che il Mossad, il servizio segreto israeliano, è sempre stato sulle tracce dei funzionari e dei militari tedeschi fuggiti oltreoceano.
Nel 1945, in Europa, un gruppo di sopravvissuti all’Olocausto, circa 50 persone, tra uomini e donne, costituì il Nakam (o Nokmim, che, in ebraico, significa vendetta), un’organizzazione terroristica che si era posta come obiettivo l’uccisione di 6 milioni di tedeschi, “una nazione per una nazione”, attraverso l’avvelenamento dell’acqua e del cibo (Piano A) e con l’uccisione di migliaia di soldati nazisti prigionieri di guerra (Piano B).
Nakam era guidato da Abba Kovner, un ebreo ucraino diventato tra i più importanti scrittori e poeti israeliani. Prima che i piani venissero scoperti, Nakam uccise in varie maniere molte persone, forse un migliaio. La la Germania smantellò l’organizzazione, senza perseguirla.

Wiesenthal e i film ispirati ai veri cacciatori di nazisti

Gregory Peck nel film ‘I ragazzi venuti dal Brasile’ (1978)

Oltre agli organi ufficiali isrealiani, è documentata anche l’azione di ricerca di cacciatori di nazisti indipendenti, come Simon Wiesenthal, Serge e Beate Klarsfeld ed Efraim Zuroff.
La figura e l’opera di Wiesenthal, per esempio, sono state raccontate nel romanzo I ragazzi venuti dal Brasile di Ira Levin (1976), diventato un film diretto da Franklin J. Schaffner nel 1978. Nel libro e nel film, Wiesenthal diventa Yacob/Ezra Lieberman e, nel lungometraggio, è interpretato da Sir Laurence Olivier.
Lieberman è un famoso cacciatore di nazisti che, dopo anni di ricerche, riesce a rintracciare in Paraguay Josef Mengele, il medico delle SS autore di atroci esperimenti sugli esseri umani. Il ruolo del nazista conosciuto anche come l’Angelo della Morte è il più cattivo e disturbante della filmografia di Gregory Peck.

Laurence Olivier ne ‘Il maratoneta’ (1976)

Curiosamente, un paio di anni prima, Laurence Olivier aveva interpretato un ruolo diametralmente opposto nel film IL MARATONETA (Marathon Man, 1976) di John Schlesinger, con Dustin Hoffman. Anche in questo caso, il film è tratto da un romanzo, il testo omonimo dello scrittore William Goldman (1974), che ha firmato anche la sceneggiatura. In questo thriller, Olivier è il terribile Christian Szell, un criminale nazista ispirato a Mengele che ha trovato rifugio in Uruguay.

Brad Pitt e B.J. Novak in ‘Bastardi senza gloria’ (2009)

Anche in BASTARDI SENZA GLORIA (Inglorious Basterds, 2009) di Quentin Tarantino, c’è un implacabile cacciatore di nazisti che, però, agisce mentre la Seconda Guerra Mondiale è ancora in corso. Si tratta del Tenente dell’esercito degli Stati Uniti Aldo Raine, interpretato da Brad Pitt. Nel film, Raine è a capo di uno spericolato gruppo di soldati prevalentemente di origine ebrea. Il loro obiettivo è ottenere almeno 100 scalpi nazisti.
Raine, il Sergente Hugo Stiglitz (Til Schweiger) e l’Orso Ebreo (Eli Roth) non sono mai esistiti, ma, negli anni del conflitto, nel Regno Unito venne composta una unità militare dell’esercito britannico chiamata No. 10 (Inter Allied) Commando. Ne facevano parte ufficiali britannici e alleati e rifugiati ebrei di lingua tedesca motivati da un odio viscerale per il nazismo che venivano inviati in missione segreta fra le linee nemiche o usati come interpreti negli interrogatori.

“Hunters”: The Wolf è davvero esistito?

Insieme a Klaus Barbie, tristemente noto come il Boia di Lione, il citato Josef Mengele è stato per anni uno degli obiettivi del Mossad e dei governi americano e tedesco.
Il medico nazista visse per 25 anni tra Paraguay, Argentina e Brasile, relativamente tranquillo e indisturbato, prima di morire per un attacco cardiaco, nel 1979. Per qualche tempo, sotto falso nome, Mengele lavorò addirittura per un’azienda di famiglia che aveva stabilimenti in Sudamerica. Il suo corpo venne tumulato in un cimitero brasiliano e solo nel 1985 la tomba venne individuata. La salma venne riesumata nel 1992 e, attraverso un’analisi del DNA, ne venne confermata l’identità.
Sfuggito al Processo di Norimberga (1945-1946), Barbie si è nascosto a lungo in Bolivia, lavorando per i servizi segreti del Paese. Il criminale nazista venne individuato in Sudamerica nel 1971 da Serge e Beate Klarsfeld, ma, benché anche la CIA e il Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti fossero a conoscenza della presenza di Barbie nel Paese sudamericano, il governo boliviano negò l’estradizione dell’uomo. Barbie venne arrestato successivamente per truffa ed estradato in Francia, da dove era fuggito, solo nel 1983, con la caduta del regime dittatoriale in Bolivia. Nel 1987, Barbie venne processato per crimini di guerra e condannato all’ergastolo. Morì nel 1991, a 78 anni, per una leucemia.
Dalla fusione di questi personaggi, gli sceneggiatori di HUNTERS hanno ottenuto un personaggio inventato, The Wolf  (il Lupo), il nazista a cui Offerman e i suoi collaboratori danno strenuamente la caccia nella prima stagione della nuova serie tv Amazon.

“Hunters” può essere considerato una storia vera?

Recentemente, nel corso del Winter 2020 TCA Press Tour, la riunione periodica dei giornalisti e critici americani e canadesi specializzati in televisione, Nikki Toscano, uno dei produttori esecutivi della nuova serie tv Amazon, e David Weil hanno rilasciato alcune dichiarazioni in merito all’attinenza di HUNTERS alla Storia.
Alla domanda su che cosa ha ispirato la creazione di HUNTERS, la Toscano ha risposto: “La serie tv si ispira a eventi reali, poiché ha che fare con l’Olocausto e con nazisti che hanno vissuto in America subito dopo la guerra”. Weil ha aggiunto: “[HUNTERS] provate a immaginare cosa sarebbe successo se, negli Stati Uniti, fosse esistita questa banda di cacciatori segreti di nazisti”. Una nonna di Weil è stata internata in un campo di concentramento nazista, proprio come la nonna di Jonah (Logan Lerman), il protagonista di HUNTERS.
Per anni, la donna ha raccontato a Weil gli orrori dell’Olocausto. “Da ragazzino, quando avevo 5 o 6 anni, ascoltavo quei racconti e mi sembrava di avere a che fare con fumetti e storie di supereroi. Quando sono cresciuto, mi sono chiesto: come posso continuare la sua storia?”.
Come esposto in un’intervista a Variety, nelle intenzioni di Weil, l’obiettivo principale di HUNTERS è costruire un’allegoria: “Individuare i parallelismi esistenti tra gli anni ’30 e ’40 in Europa e gli anni ’70 negli Stati Uniti e soprattutto i tempi attuali, in cui sono presenti razzismo, antisemitismo e xenofobia… La serie tv pone una domanda: “Tu cosa fai?”

Le critiche a “Hunters”: la serie tv Amazon e il rischio del negazionismo

Negli episodi di HUNTERS, si alternano momenti ambientati nel 1977 e flashback che, nelle intenzioni della serie tv, risalgono agli anni Quaranta e sono ambientati perlopiù nei campi di sterminio nazisti.
Se le scene che illustrano la caccia ai nazisti sono violente, quelle riferite all’Olocausto sono perfino disturbanti.
La serie tv Amazon sta ricevendo aspre critiche, perché alcune sequenze non mettono in scena eventi effettivamente documentati.
Sull’account ufficiale Twitter del Museo del Memoriale di Auschwitz Birkenau si legge: “Inventare una partita a scacchi con esseri umani [ndA: è una scena contenuta nel primo episodio di HUNTERS] non è solo pericolosamente folle e caricaturale. Fomenta anche i futuri negazionisti. Noi onoriamo le vittime, preservando l’accuratezza dei fatti”.
Il Museo ricorda che il Memoriale è disponibile a fornire la consulenza necessaria a coloro i quali intendono trattare l’argomento. Ma riporta anche che non tutti i registi, gli scrittori, i giornalisti e gli artisti sfruttano questa risorsa per documentarsi adeguatamente.
A chi sostiene che, pur aggiungendo dettagli inventati, HUNTERS porta l’attenzione del pubblico sull’Olocausto, il Memoriale risponde: “In altre parole, state dicendo che un film può mentire perché è un film. Non siamo d’accordo. è una cosa irrispettosa e pericolosa”.

L’obiettivo di “Hunters”, secondo il suo creatore, e la risposta alla critica

Deadline riporta una lunga risposta di Weil alla critica mossa alla serie tv. In sostanza, il creatore di HUNTERS sostiene che l’obiettivo della serie sia: Contrastare con forza la narrativa revisionista che addolcisce le violenze naziste, mettendo in mostra il sadismo e la violenza più estremi – e rappresentativamente veritieri – che i nazisti hanno perpetrato contro gli ebrei e le altre vittime”.
In un’altra intervista, Weil aggiunge: “La partita a scacchi non è documentata, non è accaduta realmente, ma ricade nella serie di atti sadici perpetrati dai nazisti contro gli ebrei”.
Un dettaglio: tutti i tatuaggi dei deportati nei campi di sterminio superano il numero 202499, che corrisponde all’ultimo numero impresso sulla pelle di una vittima dell’Olocausto realmente esistita. “Non volevamo usare il numero di un vero sopravvissuto”, ha affermato Weil.

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