“Il processo ai Chicago 7”, il nuovo film Netflix ispirato a una storia vera
Dopo un passaggio limitato nei cinema italiani , avvenuto a fine settembre, grazie a Lucky Red, dal 16 ottobre il film IL PROCESSO AI CHICAGO 7 è disponibile anche sul catalogo Netflix Italia.
Il film originale Netflix è sceneggiato e diretto da Aaron Sorkin, premio Oscar per la sceneggiatura non originale del film THE SOCIAL NETWORK (2010) di David Fincher, e si ispira a una storia vera, accaduta negli Stati Uniti alla fine degli anni Sessanta. Sorkin ha iniziato a lavorare al film molti anni fa, dopo essere stato contattato da Steven Spielberg. Già nel 2007, Sorkin aveva elaborato una bozza della sceneggiatura, ma ha ripreso in mano il progetto nel 2016, con l’elezione presidenziale di Donald Trump.
Di cosa parla, esattamente IL PROCESSO AI CHICAGO 7? E chi sono i protagonisti di questa vicenda emblematica? Niente spoiler, tranquilli.
La trama del film “Il processo ai Chicago 7”
Il film IL PROCESSO AI CHICAGO 7 (The Trial of the Chicago 7, 2020) è ambientato in un periodo complesso della storia degli USA.
È l’estate del 1968. Gli idealismi della Summer of Love del 1967 stanno scemando. Martin Luther King è stato ucciso in aprile e il senatore Robert Kennedy è stato assassinato a giugno. La guerra in Vietnam si aggrava progressivamente. Le manifestazioni contro la politica degli Stati Uniti sono all’ordine del giorno e non mancano scontri tra contestatori e le forze di polizia. La disillusione serpeggia tra gli americani.
Il 28 agosto 1968, a Chicago, è in corso il congresso dei Democratici. Un gruppo di attivisti, contrari al conflitto in Vietnam, ha organizzato una manifestazione per protestare pacificamente contro il Presidente USA, il democratico Lyndon Johnson.
Alcuni manifestanti rompono il coprifuoco militare e penetrano nell’area in cui si sta svolgendo il congresso. La polizia, la Guardia Nazionale e l’esercito, in forze con circa 20000 uomini, intervengono molto duramente, usando anche gas lacrimogeni. Lo scontro è inevitabile e violento. Le strade di Chicago si sporcano di sangue.
Diversi attivisti, provenienti da vari contesti culturali e da aree differenti del movimento di protesta, vengono accusati di cospirazione e di incitazione alla rivolta, dopo aver attraversato i confini dello Stato. Il processo nei loro confronti inizia nel settembre 1969, dopo un primo rinvio e l’elezione presidenziale del repubblicano Richard Nixon.
I Chicago 7 e il processo del secolo
Photo Credit: Niko Tavernise/Netflix.
All’epoca dei fatti, negli Stati Uniti, il processo ai Chicago 7 ha avuto molta risonanza, tanto da essere indicato come “il processo del secolo”. Per la prima volta, infatti, una o più persone venivano accusate di aver infranto la Civil Riots Act, una legge federale anti-sommosse emanata nell’aprile 1968.
Importanti scrittori, intellettuali e professionisti come Noam Chomsky e il celebre pediatra Benjamin Spock si schierarono a favore degli accusati, sostenendo che la legge anti-sommossa costituiva un pericoloso precedente lesivo delle libertà individuali dei cittadini statunitensi.
In una lettera al The New York Review of Books, scrivevano: “L’effetto di questo atto ‘anti-sommossa’ è quello di sovvertire la garanzia del primo emendamento della libera assemblea, equiparando la protesta politica organizzata alla violenza organizzata. Potenzialmente, questa legge è la base per uno stato di polizia in America”.
Una guerra personale tra imputati e corte
Photo Credit: Niko Tavernise/Netflix.
Il processo di Chicago fu caratterizzato da momenti drammatici, ma anche da episodi al limite del farsesco. Col trascorrere dei giorni, divenne una sorta di guerra personale tra gli imputati e i loro avvocati da una parte e i pubblici ministeri e il giudice dall’altra. Ma lo scontro perlopiù verbale in aula si trasformò in tensioni e contrasti fisici nelle strade. Praticamente ogni giorno, si verificavano pesanti scontri tra le forze dell’ordine e i manifestanti che si riunivano a South Loop, una zona del quartiere finanziario di Chicago, al grido di: “The whole world is watching! (Il mondo intero sta guardando!)”.
Nel corso del processo ai Chicago 7, la difesa riuscì a portare sul banco dei testimoni oltre 100 persone. Del gruppo facevano parte anche scrittori e artisti famosi, tra cui il poeta beat Allen Ginsberg. Molti di loro erano coinvolti attivamente nelle proteste contro la guerra in Vietnam e scelsero di dare un ulteriore contributo alla causa, sostenendo la tesi della difesa secondo cui l’uso della violenza era da imputare alle sole forze di polizia.
“Non è un biopic“, parola di Aaron Sorkin
Photo Credit: Niko Tavernise/Netflix.
Il film IL PROCESSO AI CHICAGO 7 porta l’attenzione del pubblico su temi che sono ancora di forte attualità, come la demonizzazione delle proteste civili in campagna elettorale (le prossime elezioni USA si svolgeranno il 3 novembre), l’uso della violenza da parte delle forze dell’ordine e la discriminazione razziale. Ma, nonostante si affidi a fatti realmente accaduti, non è un biopic, un film biografico nella pura accezione del termine.
Il regista, Aaron Sorkin, ha dichiarato di aver scelto deliberatamente di non attenersi completamente alla storia vera dei Chicago 7. Alcune linee temporali sono state riorganizzate per esigenze narrative, varie relazioni tra i personaggi sono state modificate e sono stati aggiunti diversi personaggi di fantasia.
In un’intervista al magazine GQ, Sorkin ha affermato che IL PROCESSO AI CHICAGO 7 è stato concepito più come un dipinto, che come una fotografia. Il film rispecchia il suo punto di vista. “Se chiedessi a 10 sceneggiatori di scrivere un film sulla nascita di Facebook o sui Chicago 7 e il loro processo, avresti 10 film diversi, tutti dignitosi”.
La storia vera Chicago 7: la guida ai personaggi del film
Quella del film IL PROCESSO AI CHICAGO 7 è una storia corale che ha coinvolto molti attori famosi. Chi sono e quali personaggi interpretano? Cliccate sui loro nomi, per scoprire le rispettive filmografie.
Alcune informazioni sulle biografie dei principali protagonisti del processo sono state inserite nel film, prima dei titoli di coda (ma non vogliamo ripeterle qui, per evitare spoiler!). In questa sede, vi diciamo perlopiù chi erano e in cosa erano impegnati, prima dei fatti di Chicago.
Abbie Hoffman
Photo Credit: Netflix.
Chi è: Abbie Hoffman (1936-1989) è un attivista anarco-comunista della sinistra radicale statunitense, co-fondatore dello Youth International Party (Yippies). Prima del processo ai Chicago 7, Hoffman lavorava come psicologo ed era già noto come manifestante dai comportamenti sardonici e teatrali, un vero esponente della controcultura.
Nel film IL PROCESSO AI CHICAGO 7, è interpretato da: Sacha Baron-Cohen.
Jerry Rubin
Photo Credit: Netflix.
Chi è: Jerry Rubin (1938-1994) è un attivista antimilitarista che, insieme ad Abbie Hoffman, fonda lo Youth International Party (Yippies). Prima del processo, Rubin aveva fatto parte del Free Speech Movement di Barkeley, in California, dove si era candidato sindaco, ed è stato tra i fondatori del primo gruppo di protesta dell’epoca, il Vietnam Day Committee. Citato in giudizio in un paio di occasioni, Rubin era solito presentarsi alle udienze travestito in maniera originale. Per esempio, come un soldato della Rivoluzione Americana o da Babbo Natale.
Nel film IL PROCESSO AI CHICAGO 7, è interpretato da: Jeremy Strong.
Tom Hayden
Photo Credit: Netflix.
Chi è: insieme a Rennie Davis, l’attivista e scrittore Tom Hayden (1939-2016) è membro dell’SDS (Students for a Democratic Society), una coalizione basata sul concetto di democrazia partecipativa e costituita da 150 organizzazioni intenzionate a cambiare il sistema sociopolitico e a porre fine alla guerra in Vietnam. Nel 1973, Hayden sposerà l’attrice Jane Fonda e, nel 2008, sosterrà la candidatura di Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti.
Nel film IL PROCESSO AI CHICAGO 7, è interpretato da: Eddie Redmayne.
Rennie Davis
Photo Credit: Netflix.
Chi è: Rennie Davis (1941-) è un attivista antimilitarista, membro dell’SDS e direttore nazionale del progetto organizzativo ed economico della coalizione studentesca.
Nel film IL PROCESSO AI CHICAGO 7, è interpretato da: Alex Sharp.
Bobby Seale
Photo Credit: Netflix.
Chi è: Bobby Seale (1936-) è un attivista co-fondatore del famoso movimento rivoluzionario conosciuto come Black Panther Party (Pantere Nere). Nel corso del processo ai Chicago 7 (già Chicago 8), è protagonista di un fatto molto drammatico e increscioso che, nella sua crudezza, aumenta l’interesse mediatico (anche internazionale) sulla vicenda. Nel 1992, il regista Spike Lee gli affiderà un piccolo ruolo nel film MALCOLM X.
Nel film IL PROCESSO AI CHICAGO 7, è interpretato da: Yahya Abdul-Mateen II.
Lee Weiner
Photo Credit: Netflix.
Chi è: Lee Weiner (1939-) è un attivista, operatore sociale, dottorando e assistente alla didattica presso una università dell’Illinois, con studi in filosofia presso una scuola ebraica e un master in servizi sociali.
Nel film IL PROCESSO AI CHICAGO 7, è interpretato da: Noah Robbins.
John Froines
Photo Credit: Netflix.
Chi è: John Froines (1939-) è un attivista antimilitarista, docente di chimica in un college del Vermont, specializzato in tossicologia.
Nel film IL PROCESSO AI CHICAGO 7, è interpretato da: Danny Flaherty.
David Dellinger
Photo Credit: Netflix.
Chi è: David Dellinger (1915-2004) è un attivista pacifista e non violento, studente a Oxford e Yale, obiettore di coscienza durante la Seconda Guerra Mondiale, oppositore della Guerra di Corea e delle operazioni nella Baia dei Porci a Cuba, sostenitore della filosofia di protesta del Mahatma Gandhi, tra i membri del MOBE, il comitato di mobilitazione organizzato per porre fine alla guerra in Vietnam. Nel 1967, era già stato segnalato alla polizia, per aver progettato grandi manifestazioni antibelliche.
Nel film IL PROCESSO AI CHICAGO 7, è interpretato da: John Carroll Lynch.
Julius Hoffman
Photo Credit: Netflix.
Chi è: Julius Hoffman (1895-1983) è il giudice del processo ai Chicago 7. L’uomo non fa mistero di provare un profondo disprezzo per gli imputati.
Nel film IL PROCESSO AI CHICAGO 7, è interpretato da: Frank Langella.
William Kunstler
Photo Credit: Netflix.
Chi è: William Kunstler (1919-1995) è uno degli avvocati difensori degli imputati, noto per il suo impegno nelle cause per i diritti civili. Prima del processo ai Chicago 7, Kunstler aveva avuto esperienze come rappresentante dei diritti civili per Martin Luther King e Malcolm X.
Nel film IL PROCESSO AI CHICAGO 7, è interpretato da: Mark Rylance.
Leonard Weinglass
Photo Credit: Netflix.
Chi è: Leonard Weinglass (1933-2011) è uno degli avvocati difensori degli imputati, noto per il suo impegno nelle cause per i diritti civili.
Nel film IL PROCESSO AI CHICAGO 7, è interpretato da: Ben Shenkman.
Richard Schultz
Photo Credit: Netflix.
Chi è: Richard Schultz (1926-) è un pubblico ministero scelto dal Governo degli Stati Uniti in qualità di rappresentante dell’accusa nei confronti dei Chicago 7.
Nel film IL PROCESSO AI CHICAGO 7, è interpretato da: Joseph Gordon-Levitt.
Ramsey Clark
Photo Credit: Netflix.
Chi è: Ramsey Clark (1927-) è un avvocato e politico, impiegato sia sotto la presidenza Kennedy che Johnson, fermo oppositore della pena di morte, sostenitore delle libertà e dei diritti civili, supervisore del Civil Rights Act.
Nel film IL PROCESSO AI CHICAGO 7, è interpretato da: Michael Keaton.
Fred Hampton
Photo Credit: Netflix.
Chi è: Fred Hampton (1948-1969) è un attivista, leader di Black Panther. Nel film di Sorkin, Hampton viene mostrato seduto alle spalle di Bobby Seale. In realtà, pur trovandosi a Chicago, Hampton non era presente al dibattimento e, quindi, a differenza di quanto viene mostrato nel film, non poteva sussurrare nulla a Seale.
Nel film IL PROCESSO AI CHICAGO 7, è interpretato da: Kelvin Harrison Jr.
Gli informatori
Ne IL PROCESSO AI CHICAGO 7, si vedono alcuni poliziotti lavorare sotto copertura. In particolare, tre di loro (il Sergente Scott Scibelli, Daphne O’Connor e Frank DeLuca) nascono dalla mescolanza di diverse testimonianze, come quelle degli ufficiali Robert Pierson, che è stato la guardia del corpo di Rubin e Hoffman, e Mary Ellen Dahl, che, all’epoca, affermò di aver udito Hoffman dire: “Assaliremo l’Hilton”.