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Better Call Saul / 20158.2235 voti

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Il prequel di Breaking Bad, diverso da Breaking Bad

di
VOTO:
10

Giunto alla fine della terza stagione, mi ritrovo esaltato ed allo stesso tempo perplesso.

La terza stagione è quella che fa fare il definitivo salto di qualità a questa serie, che nelle precedenti due aveva avuto (tanti) alti e (pochi) bassi (sempre comunque con un’eccellente qualità di interpretazioni, regia e scrittura).
Vista come serie a sè, cioè dimenticandosi per un attimo che è il prequel di BB, la terza stagione è perfetta, forse la migliore stagione di una serie tv che io abbia mai visto (questo è però un commento a visione appena conclusa).
Più matura di BB, più incentrata sui personaggi, molto più drammatici e reali rispetto all’invincibile Heisenberg. Questa non è la storia di una scalata al potere, bensì la storia del rapporto conflittuale tra due fratelli brillanti ma tormentati, in maniera diversa. E non c’è in nessun’altra serie tv un rapporto sentimentale come quello tra il protagonista e la sua amante/amica (un rapporto più di complicità ed amicizia, nel senso più puro del termine, che amoroso); e la parte migliore e più interessante, nella storyline della “droga”, è quella di Nacho e suo padre, piuttosto che quella del vecchio sicario Mike.
Tra perfidie assurde e relativi sensi di colpa, tormenti, desideri di riscatto, trionfi che fanno male e sconfitte che guariscono, autodistruzione, affetti, amore, odio ed altro ancora, “Better Call Saul” non può per nulla essere considerata una serie simile a Breaking Bad. Già solo le relazioni famigliari e i sentimenti ad essi collegati, sono completamente diversi tra le due serie (e decisamente più maturi ed intensi in BCS, piuttosto che in BB).

Tutto perfetto? Beh, c’è un problema: Better Call Saul non è una serie a sè; è il prequel di Breaking Bad. Si può fare finta che non sia così, ma lo è, e non ha senso nasconderselo; questi sono i personaggi che abbiamo visto in BB, prima di BB. E da questo punto di vista, la serie ha un difetto enorme: alla fine della terza stagione, il Jimmy McGill di BCS è lontanissimo dallo spietato Saul Goodman di BB, che ricordo che già alla sua prima apparizione era del tutto dentro il mondo criminale, e ci sguazzava alla grande. C’è davvero un abisso tra i due personaggi, che poi sarebbero lo stesso, e faccio davvero fatica che si possa, nelle prossime stagioni, riuscire a trasformarlo in maniera credibile in Saul Goodman.
Non è solo una questione di caratterizzazione del personaggio, la sua storyline è troppo lenta, in maniera eccessiva: non ne faccio un problema di ritmo narrativo (che va benissimo, per quelle che sono le tematiche e le storie di BCS), ma di coerenza con il Saul Goodman di BB, non è credibile che lo sia diventato in pochissimo tempo.

Non posso comunque dargli meno di 9, perché in fondo chi se ne frega della coerenza con BB, se si possono avere drammi così intensi e maturi?

QUARTA STAGIONE: non è facilissimo dare un giudizio a questa stagione. Non succede praticamente quasi nulla di importante. Io mi aspettavo un’accelerata degli eventi, ed invece è tutto il contrario.
Eppure, non mi sono mai annoiato. Non c’è nemmeno una puntata che non mi sia piaciuta. Come mai?
Perché i personaggi di Better Call Saul sono maledettamente interessanti. Sono scritti maledettamente bene, sono interpretati maledettamente bene.
Io non sono un grande conoscitore di serie tv, eppure posso dire lo stesso che non esiste, nel mondo delle serie tv, un personaggio come Jimmy McGill. Dopo l’evento finale della terza stagione, la sua reazione, il suo comportamento durante la stagione, è sorprendente. E’ un grande personaggio, e qui emerge più che mai la sua visione del mondo.
E Bob Odenkirk, a differenza di Bryan Cranston, non vincerà mai un Emmy (pur meritandolo); e Jimmy McGill, a differenza di Walter White (e del Saul Goodman di Breaking Bad), non diventerà mai un’icona pop. Ma è un personaggio infinitamente superiore a Walter White. Jimmy McGill sta a Walter White, come Charles Kane di Quarto Potere sta a Marty McFly di Ritorno al futuro.
Ma non è questione solo del protagonista. Tutti i personaggi di Better Call Saul sono caratterizzati alla grande. In questo, è nettamente superiore a Breaking Bad
Certo, è comunque ora di dare un’accelerata al tutto. La quinta stagione sarà probabilmente scoppiettante

QUINTA STAGIONE: come prevedibile, c’è una netta accelerazione alla trama, dopo la stasi della precedente stagione. Tra l’altro, succedono cose imprevedibili, e si hanno momenti di alta tensione, nonostante sia un prequel di una serie, per cui si sa già, almeno in parte, come andrà a finire.
Ad emergere in questa stagione, è soprattutto il personaggio di Kim, più carismatica che mai. Il rapporto tra lei e Jim è una delle relazioni più atipiche, e più interessanti, che si siano mai raccontate.
Il finale è un cliffhanger, la prossima è l’ultima stagione.

SESTA STAGIONE: una stagione finale davvero bella, in particolare le ultime puntate. Il finale è decisamente più poetico rispetto al finale di Breaking Bad, e Saul Goodman/Jimmy McGill si conferma un personaggio molto più sfaccettato e complesso rispetto a Walter White e Kim Wexler si conferma una coprotagonista molto più interessante e carismatica rispetto a Jesse Pinkman.
Ma tutti i personaggi sono memorabili, grazie anche alle splendide interpretazioni.
E Jimmy e Kim è la migliore coppia nella storia delle serie tv.

Questa recensione ha 15 commenti

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