NientePopcorn

Zatôichi / 20037.4143 voti

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Voto in pagella: 7,5

di
VOTO:
7

Tra citazioni al maestro Kurosawa e richiami al cinema occidentale di Lars Von Trier (le scene ritmate sono riprese da Dancer in the Dark), Takeshi Kitano confeziona una delle sue ultime fatiche come se fosse un’opera teatrale.
Immedesimandosi e recitando in una sorta di nipponica Pirandell-ianata, dove nessuno è solo ciò che sembra, ma tutto verrà rivelato a tempo debito.

E proprio così gli stravaganti e più o meno irritanti protagonisti di Zatōichi si ritroveranno uniti a far fronte ad un nemico comune: Ginzo, il boss dell’organizzazione criminale che ha messo in ginocchio tutto il paese e che solo in estremis mostrerà il suo vero volto.

Per il suo primo film in costume, Kitano si ciba del proprio stile inconfondibile per miscelare modernità e passato, trasformando uno dei personaggi chiave del mito giapponese, in un “suo personaggio”.
Ambientando il tema della violenza in un contesto fatto di colori, musica e ritmo.
Dove anche la morte è spettacolarizzata da una vena splatter fatta di fontane di sangue e personaggi che non conoscono la pietà.

E dove i marchi di fabbrica della cultura giapponese, non mancano di certo.
Spade, Samurai e Geishe ci accompagneranno per tutto questo rurale e violente cammino all’insegna del riscatto per loro, e del modesto divertimento, per noi.
Nulla di sentimentalmente impegnato, ma ben fatto.

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