NientePopcorn

Yesterday / 20196.3152 voti

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La canzone che vorrei aver scritto io…

di
VOTO:
8

Ma te lo immagini un mondo senza i Beatles?
Io personalmente non ci riesco proprio, ma non vale per tutti questo discorso e lo capisco. Certi film ti prendono al cuore, più di altri, come questo Yesterday.
Una storia semplice, basata sul semplice espediente narrativo di un black out che cancella dalla memoria di tutti l’esistenza dei Beatles (e di alcune altre cose come la coca cola e le sigarette, legate forse dal fatto che sono tutte universali e conosciute) tranne che dal musicista Jack Malik, che le utilizza per farle riscoprire al mondo, ma anche per il successo, che corteggia tutti in fin dei conti.
Certo che se i Beatles non fossero esistiti li si dovrebbe inventare. Boyle ripercorre le loro tappe storiche, e quasi salto dalla sedia quanto vedo Liverpool e il tour dei luoghi dei Beatles che io stessa ho fatta in un autobus apposito dove trasmettevano la loro musica a palla (Strawberry Fields, Penny Lane, la tomba di Eleonor Rigby, la stazione John Lennon, quanti ricordi…) come faceva a non colpirmi al cuore?
Replicare ciò che sono stati per la musica in tal luogo e in tal momento è impossibile, così come è impossibile riprodurre negli anni duemila ciò che funzionava negli anni 60, le loro cover, White Album e Srg Pepper, ma anche Abbey Road, così come è impossible riprodurre l’impatto culturale. Ma quel che conta a Danny Boyle è far notare quanto la loro musica sia come il blue jeans, non passi mai di moda. Certo questo lascia qualche cratere da sanare a livello narrativo, ma chissenefrega dopotutto. Un film funziona anche con le sensazioni.
La scena della sfida dove Jack suona The long and winding road è l’emblema di questo, Jack Malik canta una canzone in cui si riconosce, che spaccia per sua e si rammarica con tutto il cuore di non averla potuta scrivere lui, servono parole? No, arriva diretta, attraverso l’invidia inevitabile di un simpaticissimo Ed Sheeran. Tutti vorremmo essere stati loro, in tal momento, in tal luogo, per dire, quella canzone meravigliosa è opera mia. E dopotutto c’è anche una certa critica a quella brama di successo che li ha dopotutto spazzati via.
Certo si poteva fare questo gioco con qualsiasi altra band, ma l’assenza dei Beatles è speciale, non è paragonabile a quella che potrebbe lasciare un Bowie o uno Spreengsteen, o nemmeno dei Rolling Stones ahimè, è un’assenza che non si colma.
Non è semplicemente un film per chi ama i Beatles alla follia.
E’ un film per chi vorrebbe che tutti , davvero tutti li amassero, anche chi non li conosce o non li ascolta.
Ma ve lo immaginate dopotutto un mondo senza John Paul George e Ringo? Fra milioni di universi viviamo quello in cui sono esistiti i Beatles, se siamo così fortunati qualcuno deve pur ricordarcelo ogni tanto

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