Recensione su Yesterday

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La canzone che vorrei aver scritto io… / 11 Marzo 2020 in Yesterday

Ma te lo immagini un mondo senza i Beatles?
Io personalmente non ci riesco proprio, ma non vale per tutti questo discorso e lo capisco. Certi film ti prendono al cuore, più di altri, come questo Yesterday.
Una storia semplice, basata sul semplice espediente narrativo di un black out che cancella dalla memoria di tutti l’esistenza dei Beatles (e di alcune altre cose come la coca cola e le sigarette, legate forse dal fatto che sono tutte universali e conosciute) tranne che dal musicista Jack Malik, che le utilizza per farle riscoprire al mondo, ma anche per il successo, che corteggia tutti in fin dei conti.
Certo che se i Beatles non fossero esistiti li si dovrebbe inventare. Boyle ripercorre le loro tappe storiche, e quasi salto dalla sedia quanto vedo Liverpool e il tour dei luoghi dei Beatles che io stessa ho fatta in un autobus apposito dove trasmettevano la loro musica a palla (Strawberry Fields, Penny Lane, la tomba di Eleonor Rigby, la stazione John Lennon, quanti ricordi…) come faceva a non colpirmi al cuore?
Replicare ciò che sono stati per la musica in tal luogo e in tal momento è impossibile, così come è impossibile riprodurre negli anni duemila ciò che funzionava negli anni 60, le loro cover, White Album e Srg Pepper, ma anche Abbey Road, così come è impossible riprodurre l’impatto culturale. Ma quel che conta a Danny Boyle è far notare quanto la loro musica sia come il blue jeans, non passi mai di moda. Certo questo lascia qualche cratere da sanare a livello narrativo, ma chissenefrega dopotutto. Un film funziona anche con le sensazioni.
La scena della sfida dove Jack suona The long and winding road è l’emblema di questo, Jack Malik canta una canzone in cui si riconosce, che spaccia per sua e si rammarica con tutto il cuore di non averla potuta scrivere lui, servono parole? No, arriva diretta, attraverso l’invidia inevitabile di un simpaticissimo Ed Sheeran. Tutti vorremmo essere stati loro, in tal momento, in tal luogo, per dire, quella canzone meravigliosa è opera mia. E dopotutto c’è anche una certa critica a quella brama di successo che li ha dopotutto spazzati via.
Certo si poteva fare questo gioco con qualsiasi altra band, ma l’assenza dei Beatles è speciale, non è paragonabile a quella che potrebbe lasciare un Bowie o uno Spreengsteen, o nemmeno dei Rolling Stones ahimè, è un’assenza che non si colma.
Non è semplicemente un film per chi ama i Beatles alla follia.
E’ un film per chi vorrebbe che tutti , davvero tutti li amassero, anche chi non li conosce o non li ascolta.
Ma ve lo immaginate dopotutto un mondo senza John Paul George e Ringo? Fra milioni di universi viviamo quello in cui sono esistiti i Beatles, se siamo così fortunati qualcuno deve pur ricordarcelo ogni tanto

3 commenti

  1. Stefania / 12 Marzo 2020

    Ok, il mondo del film non ha conosciuto la musica dei Beatles: ma questo cosa ha comportato? Secondo il film, niente. Cioè, non c’è niente che attesti un deficit culturale o sociale legato all’assenza dei Beatles. Solo chi li ricorda ancora (Jack e i due che lo contattano e, poi, non sappiamo se c’è ancora qualcun altro nella loro condizione) sa qual è la differenza tra un mondo con/senza Beatles. Tu, in forma retorica, chiedi: “ve lo immaginate dopotutto un mondo senza John Paul George e Ringo?”. Boyle se l’è chiesto, ma poi non è stato capace di sviluppare in nessuna maniera uno spunto così forte. Per questo, anche se sono una grande fan dei 4, il film m’ha fatto abbastanza anguscia 😀

  2. Alicia / 12 Marzo 2020

    Io credo che tu faccia l’errore di ignorare il tono con cui si pone il film e le questioni che solleva. È impossible anche per lo sceneggiatore più geniale immaginare un mondo senza Beatles, andresti ad aprire duemila questioni senza venire a capo di nulla (per dire non esisterebbero nemmeno Flowers o Let it Bleed dei Rolling Stones, o una Paint it black) passersti tutto il film a parlare di come sarebbe andata e ti verrebbe un pastrocchio alla mr nobody. Perciò ti consiglio di guardare dove il regista vuole che tu guardi. La questione Oasis si apre semplicemente perché ogni canzone degli Oasis è o una copia o un plagio dei Beatles, serve solo per fare una battuta. Il regista non vuole chiaramente andare da quella parte. Mi capita spesso di parlare con gente della mia generazione che non conosce I Beatles ed é un peccato, è frustrante, voleva raccontare un modo per riscoprirli.

    • Stefania / 12 Marzo 2020

      Il film si propone come ucronico, quindi, per quel che mi riguarda, rivendico la premessa del film (che, appunto, secondo me, è andata sprecata): che mondo sarebbe senza i Beatles? Stando alla sceneggiatura, sarebbe uguale. Chi, nel film, ha “conosciuto” i Beatles dice che non è bello un mondo senza i Beatles: ma perché? In 3 lo sanno (e lo sappiamo noi che i Beatles li amiamo anche se non li abbiamo “vissuti”), ma non sembra esserci nessun deficit (musicale, estetico, ecc.) che dimostri come il mondo sia diverso (meno bello) senza i Beatles. Nel film, le canzoni dei Beatles piacciono anche senza i Beatles, piacciono perché sono “belle”: è un paradosso stimolante, ma, davvero, questo film, così come è stato concepito, dovrebbe far scoprire i Beatles a chi non li conosce? Perché dovrebbe incuriosire a tal punto qualcuno? Cosa propone di così elettrizzante? (le cover non sono neppure particolarmente entusiasmanti)
      E, poi, i Beatles non sono stati “solo” musica: sono stati un fenomeno di costume e pensare che il film non contempli affatto le ripercussioni della mancanza dell’aspetto pop dei Beatles (eccezion fatta per la mancata morte violenta di Lennon e il fatto che il Beatles Tour di Liverpool non esista e che Penny Lane o Strawberry Fields non significhino niente per alcuno), per me svilisce l’intero progetto e, di fatto, non rende merito a nessuno, Boyle in primis, i Beatles chissà 🙂

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