P.T. Anderson racconta la ricerca di una sorta di rinascita interiore, inseguita da un Joaquin Phoenix nei panni di un problematico reduce del secondo conflitto mondiale. Un percorso che va a toccare con eleganza numerosi temi (si passa dalla psicoanalisi al sesso, passando per la “pseudo-religione”).
Anderson confeziona un buon prodotto. Lo fa avvalendosi, oltre che delle proprie capacità, di due interpretazioni decisamente sopra le righe di Philip Seymour Hoffman e del già citato Phoenix. Ne esce una pellicola sicuramente dallo svolgimento lineare, forse meno riuscita rispetto a Il Petroliere, ma comunque decisamente intensa e meritevole di visione.