Pellicola sgargiante, dai ritmi comici e ben calibrati, puntellata da una sceneggiatura frugale ma d’impatto.
Spider-Man: Homecoming è scritto con piglio estroso ed ilare, un po’ come il suo protagonista, che in questo reboot sembra quasi balzare dal fumetto, proprio per l’affinità con la sua controparte cartacea, malgrado si discosti ( e notevolmente ) da essa per diversi e molteplici aspetti.
Jon Watts non idealizza la figura dell’uomo aracnide, né cerca di controbilanciarne la parte umana. Peter Parker è l’Uomo Ragno, così come l’Uomo Ragno è Peter Parker. Semplicemente la espone, nella sua più acerba dimensione. E nel farlo intrattiene, alletta, senza appesantirne i contenuti.
Il lavoro di Tom Holland è egregio. Dalla sua interpretazione traspare spensieratezza, euforia ed ebbrezza, ma anche delusione, rimpianto e voglia di crescere. Così come è egregio il lavoro di Watts, nel rappresentarlo al di là dei canoni fumettistici ( o di altre trasposizioni ), dando un tocco di tipicità e modernità ad un classico.
Menzione speciale per Michael Keaton, che con i personaggi ‘’alati’’ ( e non solo ) non delude mai.