NientePopcorn

Shame / 20117.0532 voti

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di
VOTO:
9

Forse è un voto esageratamente alto, ma sebbene abbia visto questo film (che aspettavo con ansia) molto in ritardo rispetto alle previsioni, cosa che ha naturalmente fatto si che venissi a parte dei giudizi di quanti mi hanno preceduto, non sono rimasto per nulla deluso.
Anzi, il film è andato ben oltre le mie aspettative e non solo per la straordinaria performance di Fassbender (avrebbe meritato una candidatura all’oscar e se la sarebbe senza dubbio giocata alla pari con Dujardin), ma anche per un’ottima regia (da oggi gli Steve McQueen che mi piacciono sono due!), che segue le perversioni e le frustrazioni di Fassbender con uno sguardo distaccato e partecipe al contempo. Ad essere protagonista è il corpo di Brandon, fibroso e pallido, che rispecchia un’anima in pena, pervasa da un senso di dipendenza che gli impedisce di vivere a pieno i sentimenti.
Brandon – ma anche Sissy – sono persone bruciate nel vivo, prigioniere di una qualche aberrazione psicologica che non permette loro di esprimersi in maniera sincera ed appassionata.
Il sesso, ma non solo, l’orgasmo, diventano il solo registro con cui Brandon conferisce un senso ai rapporti. Ed il tragico è che ne è cosciente e che lui stesso disprezza se stesso per questo.
Ma venirne a capo non è semplice.
Rendere in maniera seria e non banale il dramma di queste persone non è cosa semplice e per questo l’accoppiata Fassbender-McQUeen funziona alla grande.
Nel film anche la musica gioca un ruolo essenziale. L’apice della disperazione di Brandon è sottolineato da un motivo musicale perfettamente intonato.
E anche la scelta dello sfondo non è casuale. Una città indifferente e ricca di tentazioni, come New York, è l’inferno perfetto per le vicende di due fratelli che non sono cattivi, ma sono sfortunati.
Ed ora aspetto con ansia “Hunger” (2008!) di nuovo con la coppia McQUeen-Fassbender.

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