NientePopcorn

Quei bravi ragazzi / 19908.3659 voti

an image

Play it again, Martin

di
VOTO:
10

Giù il cappello, questa è una storia criminale con pochissimi concorrenti all’altezza. Scorsese ha sparato una coppia d’assi pazzesca nei primi anni Novanta (a questo, si affianchi l’altrettanto strepitoso Casinò, cinque anni più tardi). Guardatevi queste due ore abbondanti di pellicola, ditemi voi se trovate qualche difetto.
La regia trova una incredibile sintesi di ritmo, energia e qualità dell’immagine, del sonoro, delle musiche. Perfino il doppiaggio va che è una favola; sincronizzatissimo, recitato all’altezza dell’originale, oltre al fatto che risulta naturalmente “tagliato” per l’edizione italiana, visto il marcato accento dei “mangiaspaghetti”.
Joe Pesci è un attore per cui non stravedo, sarò sincero. Ma nella parte del gangster psicolabile, in Goodfellas come in Casinò, è stato gigantesco. DeNiro qui secondo me è un po’ meno convincente dell’azzimato “Asso” Rothstein, mentre il posto più alto del podio spetta senza dubbio al protagonista, Ray Liotta, con la sua risata sguaiata, il suo sguardo plastico e glaciale che assume nell’ultima parte del film quell’aria strafatta, paranoica, senza dubbio l’apice della sua altalenante carriera.
Amo il modo di fare e intendere il cinema di Martin Scorsese. La sua visione personale in grado di reinterpretare ogni tipo di materiale, di raccontare una storia senza mollarla mai, anzi più precisamente di farla raccontare ai suoi personaggi, diversificando i punti di vista. Aspetto con trepidazione il suo Sinatra; play it again, Martin!

Questa recensione ha 3 commenti

Exit mobile version