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Malcolm & Marie / 20216.666 voti

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Esasperante

di
VOTO:
5

Malcolm & Marie di Sam Levinson è un virtuosistico dramma da camera prodotto da Netflix e girato (in elegante bianco e nero, in formato 35mm) durante la prima metà del 2020, durante il lockdown legato all’emergenza sanitaria da COVID-19.
La necessità di scoraggiare le interazioni fisiche di troppe persone si è tramutata in un vantaggio tecnico.
In scena, ci sono solo due attori e una casa isolata.
E i due attori non fanno molto, oltre a dialogare (e andare in bagno).

Proprio per via della sua forma dialogica, verbosa e molto articolata, incapace di dare tregua allo spettatore, Malcolm & Marie è un film che risulta molto artificioso, beché si proponga di sviscerare (con le parole, appunto, ma anche con immagini via via sempre più ravvicinate sui corpi e sui volti degli attori) il concetto di sincerità.
In sostanza, Malcolm & Marie è un esercizio di stile, per il regista (anche sceneggiatore), l’intero reparto tecnico e gli attori (Zendaya e John David Washington), che, però, rischia di essere noioso ed esasperante per il pubblico.

Tolte le ultimissime sequenze, il racconto si svolge “in tempo reale”. Sfruttando le unità aristoteliche di tempo, luogo e azione, il film mostra i protagonisti che discutono continuamente, per l’intera durata del lungometraggio, provando a dimostrare l’uno all’altro e una volta per tutte la propria sensibilità, emotiva e intellettuale.
In definitiva, lo spettatore ha la sensazione sgradevole di essere di troppo e, al termine del film, si domanda se sia valsa davvero la pena di restare oltre 100 minuti davanti allo schermo, per assistere come un voyeur a una tediosa discussione tra fidanzati che amano rinfacciarsi continuamente le stesse cose.

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