NientePopcorn

Maestro / 20236.131 voti

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Tra kitsch e gossip

di
VOTO:
5

Arrivare in fondo al primo terzo del film mi ha richiesto un certo sforzo. La mancanza programmatica di realismo, con gli attori che si muovono tra scenografie semi-teatrali, passando direttamente da un ambiente a un altro distante chilometri come se fossero comunicanti, il bianco e nero e il formato da vecchio film; le conversazioni intime quasi sempre molto ispirate; il protagonista Bradley Cooper perennemente sorridente, con gli occhi spalancati, fanno tutti parte di un simbolismo – il cieco entusiasmo giovanile – talmente banale e kitsch da risultare imbarazzante.

Il passaggio al colore e a un formato moderno della pellicola segna anche il passaggio estremamente brusco a un realismo quasi crudo: dopo un salto di alcuni anni Leonard Bernstein si è trasformato in un libertino narcisista e decadente, mentre la moglie Felicia è comprensibilmente depressa e gelosa. Solo l’arrivo di una malattia riconduce a un minimo di decenza. Questa seconda parte è più tollerabile, ma ci si pone comunque la domanda su quale sia il senso di un film come questo: mettere a nudo le debolezze di un artista famoso? Far compiangere il destino della sua compagna? Maestro non arriva a una sintesi artistica, non prova neanche a fare un discorso sul rapporto tra la vita e la musica di Bernstein; guardarlo equivale a spiare di nascosto una coppia in crisi.

Qualcosa da salvare comunque c’è: qualche inquadratura interessante (nel salotto con i personaggi seminascosti dalle tende; Leonard e Felicia che dialogano nel giardino inquadrati da lontano), la scena in cui un gigantesco Snoopy passa dietro la finestra ignorato dai protagonisti, e soprattutto la strepitosa interpretazione di Carey Mulligan, davvero molto brava – e molto sprecata.

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