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La mia droga si chiama Julie / 19697.050 voti

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La sirena del Mississippi

di
VOTO:
7

Truffaut ripesca dalla penombra dei romanzi di Cornell Woolrich (che in questo caso firmò sotto lo pseudonimo di William Irish); dopo ‘La sposa in nero’ l’anno successivo rivisita questo ‘Vertigine senza fine’ ribattezzato ‘La sirène du Mississippi’, poi italianizzato con il solito tipico stile da sagra della traduzione bislacca. Il vago sapore tardo coloniale dà il suo tocco di fascino, arricchito dai colori un po’ artificiali e l’anamorfismo del Dyaliscope. Belmondo e la Deneuve fanno la loro parte, in una storia d’amore perverso a dire il vero poco credibile; il linguaggio del regista è inconfondibilmente rapido, quasi rammendato tanto è animato dal furore scenico.

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