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La grande illusione / 19378.259 voti

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Questa non è una critica cinematografica

di
VOTO:
7

Ora, io non essendo un critico non dovrei temere di dire le mie scempiaggini. Premetto questo perchè dare uno stitico 7 ad uno dei capisaldi del cinema europeo potrebbe essere interpretato anche come un attentato alla cultura.
A scavare tra i motivi che mi inducono a non riconoscere il pieno valore di quest’opera, direi che il primo motivo è fondamentalmente questo; ciò che la critica d’ogni dove ha eletto a Valore Assoluto del film è l’antimilitarismo inteso come assenza di odio tra le parti combattenti. Erano buoni tedeschi, eravamo buoni francesi, affermò Renoir. Bene, mi permetto di alzare il sopracciglio; qui si narra di pranzi tra ufficiali, noblesse oblige tra alti gradi. Il lager è una camera spazzata, dove c’è gran rispetto della privacy e libertà di passeggiare liberamente in cortile. Ecco, dopo essere stato al sacrario di Redipuglia o dopo aver letto Remarque o Hobsbawm, uno giustamente potrebbe scuotere la testa; Renoir non ha fatto un film contro la guerra, ha fatto un bellissimo film sugli agi e l’onore degli ufficiali. Con gran stile francese, raffinatezza francese e un pizzico di sciovinismo francese.

Questa recensione ha 2 commenti

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