Un noir inaspettato che ha considerevoli debiti narrativi nei confronti de L’inquilino del terzo piano di Polanski.
Belle interpretazioni, anche se la Rappoport sembra confinata al ruolo dell’emigrante tormentata, Timi rischia sempre di esagerare e le scene di sesso (una e un quarto, in realtà), urgenti e soffocate, sono un po’ sbrodolate.
Gradevole l’atmosfera rarefatta di una Torino invernale e fintamente assente.