NientePopcorn

È solo la fine del mondo / 20167.2175 voti

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Passami il sale

di
VOTO:
6

Dunque c’è un canadese con le espadrillas. Che poi non si sa se sia canadese. Che torna a casa, nella provincia. Pure lei sembra canadese. A casa Louis trova madre-sorella-fratello-cognata ad aspettarlo con ansia. Non li vede da 12 anni, ci dice che torna per confessar loro che sta per abbandonarli. Deve solo trovare il momento giusto. Sulla porta e all’infinito, viene travolto, da tutto e tutti. Un miracolo che quella casa stesse in piedi, con il bailamme e cicaleggio che quella squadra di gente fa. Lui sta zitto, quasi sempre, a segnare la separazione e il solco, l’essere altrimenti, tra lui e loro. In questi 12 anni, pare, lui è diventato a successful gay-ganzo, scrive pieces teatrali ed è un hypercool, ci son 50 gradi ma mica rinuncia a camicia e giacca. La famiglia, rimasta nella casetta con terrazzino tra i campi, lo ammira e odia, ognuno a suo modo. C’è la mamma che non ci capisce un’acca, ed è svampita ma poi ci sta dentro ma poi risvampa; la sorella piccola che lui non ha voluto veder crescere – Lea Seydoux nel ruolo giustamente della gnocca, ma un po’ scoppiata; il fratello grande è una specie di cinghiale – Cassel nel ruolo di Dinamite Bla, uno che urla contro tutto e tutti, memorabile lo sfottò a Louis che voleva andare a vedere la vecchia casa per titillare la sua nostalgia romantico-hipster, e qui è XD che percula se stesso. Che bello, potersi chiamare XD.
Il film si sussegue, negli incontri scontri tra tutti e Louis, ora uno per uno, ora in gruppo, sorta di via crucis interna e familiare. Efficaci partono a sorpresa flashback, son riuscito a commuovermi sul disco rumeno, me l’avessero detto. Io. Non ci. Molto è evidente quello che XD vorrebbe dire, il risultato meno. Perché i personaggi, quasi tutti, sono troppo, col rischio di scadere tra l’inverosimile e il caricaturale all’incontrario – e per favore tutto ma il paragone con Mommy no, lì avevano i controcazzi. Quello era matto ma era vero, era matto e ci esplodeva negli occhi, andava nelle comunità, un fuoco danzante. Louis a parte essere figo e letteralmente dannato, ha successo all over the world e in casa non riesce a dire “passami il sale”, lascia stare “muoio”. Tesoro mio sei troppo profondo, essù. Non ha un passato, non ha un futuro, non lo capiscono i suoi né chi guarda. La sorella ci sta, la perditudine della provincia e le canne. La cognata dai, Marion Cotillard buttata a balbettare fastidiosamente; all’interno di una coppia dove non ha senso ci sia mai stato amore, ma manco altro, con il personaggio di Vincenzo – ma poi perché una così figa debba sposare un cinghiale, spiegamelo. Vincenzo ancora, a suo modo, il quasi redneck di campagna, sbuffante come un mantice, sta bene. Il finale, euh, discutibile, ma non il problema. Il problema è che se XD perde i suoi personaggi, li gonfia e deforma, il resto è poco, o non è giustificato, e le scelte stilose senza l’impalcatura della sostanza sotto ciao. Il resto è chi odia la camera stretta e i dialoghi urlati, ma detrattori per quelli se n’è sempre trovati, che invece stanno in un solco di cinema del lessico familiare e servono ad avvicinare, queste famiglie, queste quotidianità, questi noi, a noi. Ci si avvicina a vedere persone, ci si allontana a scoprire l’informe, il mazzo truccato – oh, resto del parere che XD, oh che bello scrivere XD, sia il futuro del cinema.

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