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Flavors of Youth / 20186.350 voti

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Memoria, affetti e spaghetti di riso

di
VOTO:
6

L’anime originale Netflix Flavors of Youth nasce dalla collaborazione fra due studi di animazione asiatici: il cinese Haoliners Animation League e il giapponese CoMix Wave Films, che, in questi anni, ha prodotto e animato alcuni lavori di Shinkai Makoto (vedi, Il giardino delle parole, Agartha e Your Name), ha collaborato con Hosoda Mamoru (The Boy and the Beast) e ha prodotto cose un po’ più discutibili, come La scuola più pazza del mondo.
Il film è composto da tre cortometraggi uniti fra loro non solo da alcuni elementi narrativi, cioè il tema della crescita e, quindi, della memoria e quello dell’affetto, ma anche dalla sequenza finale (aspettate la conclusione dei titoli di coda).

Nel complesso, il lungometraggio si fa apprezzare per la ricchezza dei dettagli e per la vivacità cromatica e, dettaglio che non mi pare trascurabile, per la rappresentazione di un contesto sociale, urbano ed estetico, quello cinese, a cui il pubblico occidentale è meno avvezzo rispetto a quello giapponese.
Dal punto di vista narrativo, invece, le tre storie non si distinguono per originalità o complessità e, piuttosto, calcano su un certo sentimentalismo che, ormai, mi pare un po’ troppo abusato.
Fra i tre corti, credo di aver preferito il primo, perché mi è piaciuto il richiamo proustiano al valore evocativo del cibo che, qui, ben si sposa con gli intenti narrativi dell’intero progetto.
In questo senso, il secondo cortometraggio mi è sembrato quello più incerto e sbilanciato.

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