(Cinque stelline e mezza)
Di questo film, ho apprezzato il triplice scarto narrativo: ogni volta che la storia mette piede in un preciso solco e sembra esaurirne gli argomenti, voilà, eccone pronto un altro per risvegliare l’attenzione intorpidita dello spettatore.
Detto ciò, la pellicola di Mickle è abbastanza lineare e , tecnicamente, non si distingue per scelte particolari, se non quelle legate ad una colonna sonora che un po’ fuori tempo massimo e senza il fascino rétro, che so, di un Kavinsky pro Refn (vedi, Drive), propone suoni sintetici, da primi anni Ottanta, in un film che, invece, è ambientato alla fine della decade.
Buone ma non indimenticabili le interpretazioni (mamma mia come si sta disfacendo Shepard…), con un Don Johnson divertito nel suo cappellaccio lustro da cowboy.