Si tratta di un film pretenzioso su ogni fronte: narrativo, estetico, filosofico.
Non è tanto il suo “puntare in alto”, trattando argomenti “sensibili”, che offende lo spettatore, quanto la sua evidente pretesa di mostrarsi sofisticato ed innovatore sugli stessi versanti, girando -però- a vuoto, tralasciando -tra le altre cose- evidenti passaggi di causa-effetto.
Quando lo lessi, il romanzo di Mitchell mi parve esageratamente elogiato, però arrivo a dire che questo polpettone per immagini me l’ha quasi fatto rivalutare: il film della coppia Wachowski si è dimostrato incapace di supplire in qualsivoglia modo alla banalità dei temi affrontati nel libro, approntando una messa in scena che nell’iperbole (interpretativa) cerca il suo riscatto, senza riuscirvi.
Inutile.