NientePopcorn

Cadillac Records / 20087.175 voti

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di
VOTO:
5

Come altri film biografici, questo pecca di una curiosa frammentarietà: spesso, nel tentativo di mostrare fedelmente alcuni momenti cardine delle vite raccontate, queste pellicole sembrano smarrire per strada l’uso della consequenzialità narrativa ed il senso di credibilità ad essa legata.
La volontà di inserire ad ogni costo tutti i personaggi ritenuti fondamentali ed imprescindibili ad una biografia, spesso, ingolfa la storia di volti a conti fatti superflui (vedi, la moglie di Chess che non ha alcun peso nell’economia del racconto, ma che andava inserita “d’ufficio”).
Elemento che, personalmente, ritengo utile quanto una cartina tornasole nel funzionamento di una sceneggiatura è la chiarezza con cui vengono presentati i personaggi ed i loro nomi: se fatico ad aver chiara l’associazione volto/nome, con presunzione attribuisco il demerito allo script e non a me stessa.
E, in questo film, tutti questi (ed altri) difetti che non mi piace riscontrare in un biopic li ho trovati a frotte, purtroppo.

Che, poi, Beyoncé Knowles, che ci ha messo il grano, si sia riservata tanto spazio, ri-cantando i brani di Etta James a modo suo (brava, forse, è brava, ma i suoi virtuosismi vocali, secondo me, non c’entrano molto con il calore e la rotondità della voce di Etta), mi ha urtata non poco.
Il risultato non è quello, per dire, di Joaquin Phoenix – Johnny Cash, non c’è aderenza “intima”, c’è solo (a parer mio) un desiderio di comparazione fine a sé stesso.

Alla fine, riconosco a questo film il solo merito di aver dedicato spazio ai padri contemporanei del blues e del rock and roll. Ecco perché, alla fine, il mio voto non è particolarmente inclemente.
Per il resto, bocciato.

Nota personale: il giro di chitarra “inventato” da Son House negli anni Trenta, Muddy Waters docet (anche nel film), confluito in quella Death Letter Blues amata pure da Jack White, tanto per fare un nome, è davvero radice primigenia di tutto il r’n’r.
Ascoltarlo per credere:

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