NientePopcorn

Arrival / 20167.4484 voti

an image

Il lessico del tempo.

di
VOTO:
10

Villeneuve volteggia tra metafisica e spazio, tra geometrie del tempo e del linguaggio, ricercando nella parola un valore semantico.
Il suo Arrival, iconico e introspettivo, è un film, che pur addentrandosi in una science fiction dai sintagmi già forgiati, trova la sua avveniristica ragione nella comunicazione, in un’eloquenza persa a favore dell’immagine.
L’avvento, caratterizzato dalla comparsa di dodici astronavi aliene, avviene in un oblio ovattato di silenzi, fra vaste e immense radure, ove lo sguardo si perde per dare più enfasi al mistero. Ma Villeneuve non ne esacerba gli aspetti, il suo epicentro è l’essere umano, che si affida all’idioma per comprendere tutto ciò che per lui è ignoto. E così la fantascienza si fa uomo, o meglio, donna, andando a esplorare il suo intimo rapporto con il tempo.
Difatti, la cornice aliena, si può tranquillamente definire un cavillo, un’opportunità per rappresentare la diversità sotto un’altra forma, sebbene la stessa torreggi fra scambi di materia e luce, e fra ambiguità e simbologie ermetiche.
Il reparto sonoro contribuisce a rendere quasi catartica la visione, libera da un concetto forse troppo astruso come il tempo.

Questa recensione ha 2 commenti

Exit mobile version