NientePopcorn

Antichrist / 20096.7321 voti

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“C’è del marcio in Danimarca”

di
VOTO:
2

Inizio con le due cose che mi sono piaciute del film che sono la fotografia di Anthony Dod Mantle e l’interpretazione di Willem Dafoe.
Probabilmente è stata brava anche la Gainsbourg, ma mi è impossibile stabilirlo perché
ho visto il film in italiano, ed era doppiata da Valentina Carnelutti.
Mi sono documentato su di lei e guardacaso è figlia d’arte.
Ora,sarà un caso, ma recentemente è già la seconda volta che mi capita di pensare che una doppiatrice non si può sentire, vado a leggere di chi si tratta e salta fuori che è “figlia d’arte”.

Ma passiamo alle cose negative del film.
Innanzitutto bisogna sottolineare che parliamo di un flop, un disastro del botteghino,
una catastrofe del grande schermo, un buco nell’acqua, un fallimento, un fiasco, un totale insuccesso che di fronte a spese per 11 milioni di dollari ha saputo incassare
solo 2,5 milioni.
Perché riporto questo dato? Perché su questo film si possono esprimere milioni di opinioni, si possono accampare mille scuse e giustificazioni ma poi stringi stringi mi piace pensare che esistano anche i fatti.
Si, i fatti sono fastidiosi, spinosi, sicuramente meno malleabili delle opinioni, ma hanno
l’innegabile vantaggio di permetterti di fare le dichiarazioni perentorie.
E’ così si può sicuramente dire che questo film fa schifo, senza tema di smentita, e non si può dire che sia un capolavoro senza che uno non ti risponda: si, un capolavoro di disastro.

Oh, ma a questo punto mi sembra di sentire una vocina ♪…
Oh! ma è la volpe parlantina che mi chiede come oso misurare il successo dell’artista-genio-maestro-alternativo-di nicchia-ma con milioni di fan sfegatati Von Trier ♫ in termini di incassi!? come oso assimilare lui a qualsiasi altro regista del caos-creato? ♪

Beh la risposta è che io non pretendo che lui faccia gli incassi di un blockbuster…
ma che almeno copra le spese… sarebbe dignitoso.
In fondo Dancer in the dark aveva lo stesso budget di questo film, è dello stesso regista
e ha incassato circa VENTI VOLTE TANTO questo film.
(anche Dogville è andato benino, mentre Le onde del destino è stato un altro flop)
Mi concederai volpina del caos che questo dato un pò di significato ce l’ ha.

♫ E a questo punto la volpe del caos mi guarda con occhioni da cerbiatto abortito
e mi ricorda che ♪ “questo film nasce da un lungo periodo di depressione e costituisce un tentativo di terapia su grande schermo” ♫

si ma allora io mi chiedo, è il pubblico che deve pagare il biglietto del cinema o
è il regista che deve pagare la parcella?
non è oggettivamente poco interessante, direi a livello di reality, saturare il film
dei propri problemi personali, fare parlare i propri personaggi come te stesso,
farli comportare tutti in modo razionalmente illogico ma rispecchiante appunto la sola “logica” tua di persona depressa e con chissà quali altri problemi?
No, perché è uscito fuori il suo film più misogino, disgustoso e gratuitamente provocatorio (sto citando).
Bisogna porsi in maniera proprio pregiudiziale per non vedere i difetti di questa pellicola.
E’ il suo film più squilibrato, in cui il terrore di Von Trier nei confronti della donna
infesta ed ammorba ogni cosa.
Per dichiarazione dello stesso regista è il suo film più sincero,non calcolato e impulsivo.
Praticamente questo film è la versione senza filtro dei precedenti.
Perciò di solito il regista è calcolatore (e mente), quando non si contiene si abbandona ad eccessi come questo incubo di film, in cui tutti noi dovremmo sprofondare allegramente.

E ancora lei ♫: il caos REGNAAA…♪

Senti volpina, mo un pò però mi hai rotto eh…
Tra l’altro il caro Von Trier poteva evitare di chiamare in causa il Kubrick di Shining (con l’isolamento dei protagonisti e il rapporto tra pazzia e scrittura) (citazione) perché
il paragone proprio non gli fa gioco.
Un pò di pudore in più l’avrebbe potuto dimostrare.
Ma a quanto pare non conosce neanche il significato della parola pudore
se in cento minuti di film ci deve propinare,
sequenze da torture porn,penetrazioni complete, infibulazioni e altro che non voglio neanche nominare.
Poi io non sono libero di dire che non sa più cosa diavolo mettere nei suoi film,
che espediente inventarsi per disturbare e far parlare di se.
“Nel bene o nel male, purché si parli di me” diceva lo scemo del villaggio.
Una certa critica lo sopravvaluta e lui si autocelebra, si teorizza e (cito):
“il gioco dura solo fino a un certo punto e alla fine arriva il momento in cui le carte
si scoprono e si vede che sono bianche, sopra non c’è scritto
un bel nulla.”
Abbiamo visto il contenuto del Von Trier pensiero più sincero ed era solo fuffa misogina,
masturbazioni al sangue e trivellazioni di polpacci.
A Cannes si è preso sonore fischiate, metà della critica lo ha affossato, mentre una volta lo teneva su un palmo di mano, ma ancora non si può dire che questo film sia stato un disastro.

Con Melancholia ha fatto un film abbastanza normale ma ha dato spettacolo
nelle conferenze stampa dichiarandosi simpatizzante hitleriano.
Ora pare voglia fare un altro film rattuso ninfomaniaco.
Però non chiamatelo porno. E’ catarsi, come avete già detto intelligentemente quassù. 😀

Questa recensione ha 29 commenti

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