NientePopcorn

Ammore e Malavita / 20176.674 voti

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Un paio di passi indietro

di
VOTO:
5

Apprezzo i Manetti Bros. e le loro incursioni nei generi, ma mi pare che Ammore e malavita stia un paio di passi indietro rispetto al loro film precedente, Song ‘e Napule (2013).

Il minutaggio dei due lungometraggi è pressoché uguale, ma Ammore e malavita mi è sembrato interminabile: demerito della formula musical (con tanto di balletti dal sapore estemporaneo) e delle pur orecchiabili canzoni di Pivio e Aldo De Scalzi (+ Nelson ai testi)?
Le idee di questo ultimo lavoro dei Manetti mi sono parse stantie e gli spunti più felici (vedi, il turismo “criminale”) si esauriscono subito dopo essere stati proposti. In generale, mi è sembrato tutto abbastanza incerto: la vena ironica c’è, ma non è abbastanza “nera” o surreale come potrebbe essere; c’è anche il taglio drammatico, incarnato da un serissimo Raiz, ma si mescola male al mood generale.
Ahimé, terribili gli effetti visivi, dalle esplosioni ai gabbiani, passando per gli aerei.
Non mi è piaciuta neppure l’interpretazione di Giampaolo Morelli: interpretare la “macchina da guerra” seria e taciturna non mi pare sia esattamente nelle sue corde.

Purparlé… Il musical non è un genere particolarmente battuto dal cinema italiano, perciò trovo curioso il fatto che, a distanza di poche settimane, nel 2017, siano stati distribuiti due film nostrani che appartengono a questo filone, entrambi ambientati a Napoli: quello dei Manetti, appunto, e Riccardo va all’inferno di Roberta Torre.

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