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La spia - A Most Wanted Man / 20146.272 voti

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A Most Wanted Man: un buon gioco di spie.

di
VOTO:
7

Buon thriller che, pur mantenendo un impianto di genere, non indulge in contorcimenti narrativi eccessivi, permettendo, tra l’altro, di inquadrare con sufficiente semplicità volti e nomi dei personaggi (cosa non sempre scontata nelle pellicole di questo tipo), permettendo di non perdere mai il filo del racconto.
Pecca di un’evidente flessione intorno alla metà, con un evidente rallentamento del ritmo della storia, ma voglio credere che si tratti di un’éscamotage approntato a tavolino per spiazzare lo spettatore ormai quiescente nel quarto finale di film.
Veramente bella la scena finale, aperta al dolore pieno.

Bravo (c’è da dirlo?) P. S. Hoffman, qui tabagista impressionante (non vedevo tante sigarette in scena da anni, Mad Men a parte), bravi anche Defoe, Robin Wright e Nina Hoss. Daniel Bruhl non pervenuto.
Pessima, davvero pessima, con quella certa aria da cane bastonato qui adottata, Rachel MacAdams.
Ecco: sono due i difetti che rimprovero al film, grosso modo. Lei, in primis, e il fatto che il “nemico” ceceno sia impersonato da un attore di bella presenza come Dobrygin: la storia di patetico amore che si sviluppa tra il rifugiato e l’avvocatessa è quanto di più urticante potesse essermi offerto in questa storia di spionaggio che, altrimenti, fino ad allora, mi aveva colpito per il respiro “diverso” con cui sembrava palpitare.

I titoli di coda offrono un bel brano del 2004 di Tom Waits, Hoist that Rag: godetevelo in dolby fino alla fine, ve lo consiglio.

Questa recensione ha 8 commenti

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