NientePopcorn

Van Helsing / 20045.9443 voti

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VOTO:
3

Ripesco una recensione scritta subito dopo aver visto il film in sala, nel maggio del 2004, e ne riporto qui uno stralcio.

(…) In un guazzabuglio di citazioni cinematografiche e letterarie, si muove un volitivo Gabriel Van Helsing, ben lontano dall’immagine che ci aveva fornito Bram Stoker nel 1897 con il suo Dracula e già adeguatamente incarnato da Anthony Hopkins nel film di Coppola: più Indiana Jones che scienziato, Gabriel è un acchiappamostri al servizio del Vaticano, con un’armeria composta da lame rotanti e balestre retrofuturibili nascosta sotto il mantello di pelle. (…) Viene inviato nientepopodimenoche in Transilvania, per aiutare una principessa gitana nella lotta contro il Dracula più incolore della storia del cinema. Per completare la carrellata di maschere horror e l’elenco di licenze cinefile, la storia annovera il Mostro di Frankenstein, l’Uomo Lupo e perfino il servo Igor. Senza dimenticare, al fianco di Van Helsing, un (inutile) frate con scarse inclinazioni religiose, forse a rammentare la laida figura dei monaci della letteratura gotica.

Al di là delle incongruenze filologiche, il film non muoverebbe tante critiche faziose, se non dichiarasse esplicitamente di puntare in alto, tentando di gareggiare col fascino delle pellicole di genere e pretendendo di rileggerle con ironia: in verità, si sorride ben poco.
I personaggi sono poco caratterizzati, i dialoghi imbarazzanti (“Non ho mai visto il mare”, dichiara di punto in bianco Anna, prima di uno scontro), gli escamotages della sceneggiatura sono spesso banali. L’uso sconsiderato degli ottimi effetti 3d trasforma la pellicola in un claustrofobico videogioco, penalizzando le ridondanti scenografie dark artigianali.
Gli attori non incidono, purtroppo: la Beckinsale è perfino meno espressiva di tutti i feticci digitali profusi a piene mani per le due ore di film, e Jackman sembra – ahimè – poco convinto, sotto il cappellaccio nero.
Si salvano egregiamente, invece, le musiche di Alan Silvestri, con un commento musicale d’atmosfera puntuale ed adeguato.
Da guardare senza grosse pretese e senza indagare le sovvertite leggi della fisica.

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