La dea triste di Hollywood splende in tutta la sua tormentata dolcezza in questo suo ultimo film, scritto dal marito Arthur Miller per la regia di John Huston. Donna oggetto o donna materna salvatrice, Marilyn è sempre di una leggerezza sempre intensa, mai stupidamente frivola; qui sfugge con disperata grazia ai canoni della violenta maschilità cowboy, non si lascia domare come i mustang delle montagne nelle epiche scene nel deserto del Nevada, urla tutta la sua rabbia in faccia a Gable, Clift e Wallach. L’icona sexy chiude una, due, tre volte l’anta dell’armadio dove campeggia la sua foto con la posa più classica, non riesce a liberarsi del peso schiacciante della sua incomparabile bellezza. Bellezza e morte. Disperante.