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The Invitation / 20156.491 voti

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Narrazione che esige costante attenzione

di
VOTO:
7

Trovo curioso che i recenti thriller/horror (perlopiù indipendenti) in cui mi imbatto da qualche tempo a questa parte siano caratterizzati da un andamento lento, oserei dire rilassato se tale aggettivo non suonasse come un ossimoro, vista la materia affrontata.
Resta il fatto che la nuova (apprezzabile) tendenza del genere, battuta dalla cinematografia non solo d’oltreoceano (vedi, l’austriaco Ich seh Ich seh) è foriera di spunti estetici e narrativi affatto banali che consentono di apprezzare non solo l’inviluppo narrativo, ma anche quello psicologico della vicenda.

Non ho visto alcuno dei lavori precedenti della Kusama, perciò non so se questa sia la sua solita cifra registica.
Ad ogni modo, ho apprezzato molto l’attenzione ai dettagli riversata in questo film in cui viene sfruttata bene la triade aristotelica di unità di tempo, luogo e azione (l’eccezione principale è rappresentata dai flashback): la paranoia del protagonista cresce passo passo, con l’avanzare della narrazione, coinvolgendo appieno lo spettatore che, come lui (complice una rappresentazione che si potrebbe definire quasi in soggettiva, se non fosse per il punto di vista “terzo” della camera), si sente naturalmente portato a dubitare di qualsiasi cosa, dai dentini aguzzi come quelli di un vampiro della padrona di casa (truccata e vestita come una maliarda da b-movies) alla follia morbosa della strana ospite in arrivo dal Messico.
Benché il ritmo della messinscena possa apparire blando, privo di significativi sobbalzi, questa narrazione esige un’attenzione costante, i sensi allertati, l’intuito tarato sui massimi valori.

Nonostante ciò, il colpo di scena finale (fischiatemi, ma questo genere di cose, per me, ormai, è -positivamente- “alla Shyamalan”) è davvero spiazzante e dimostra che, nel tentativo di tenere tutto sotto controllo (un ulteriore rimando incrociato al fatto che il protagonista si cruccia di non aver saputo prevedere l’accidente capitato al figlio), un dettaglio-chiave resta criptico fino al suo disvelamento, sfuggendo anche all’attenzione di uno spettatore particolarmente attento.

Molto interessante.

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