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La nascita di una nazione / 19156.638 voti

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Retorica sudista (e moderne ipocrisie)

di
VOTO:
6

Chiariamo subito, per questo film ho dovuto fare una specie di media pilatesca. Innegabile è il valore artistico, così come innegabile è l’imbarazzo per lo spettatore moderno di fronte al revisionismo storico che propone una vera e propria agiografia del Ku Klux Klan.
Bisogna guardare questo film ben consci degli sconcertanti concetti antropologici di quegli anni, così marcatemente razziali e lucidamente convinti della supremazia bianca; solo così potremo chiudere un occhio sulla trama che vede la losca congiura dei neri alla quale si contrappone l’ “eroico e nobile” sud bianco.
Il governatore mulatto Silas Lynch – ovvero, l’attore bianco Siegmann con la faccia annerita, che peraltro assomiglia in maniera mostruosa a… Calderoli! – è un viscido cospiratore che attenta alla virginea e nivea bellezza della figlia del suo mentore.
Il voto ai neri, evento simbolico di giustizia ed uguaglianza, suona qui come un cupo imbarbarimento della società americana, e l’aula dove i deputati neri gozzovigliano, ridono e mettono i piedi scalzi sopra il tavolo è una sequenza davvero irritante.
Patetica è l’ispirazione del protagonista Ben Cameron nell’ideare il costume bianco del KKK, con una retorica che a noi italiani ricorda il più triste Ventennio; di più, si sfora la soglia del ridicolo con il marcantonio bianco che in una rissa da saloon fronteggia fieramente un drappello di negri, e ovviamente viene ucciso vilmente a sangue freddo.
Eppure, c’è una vibrante drammaticità nell’ irrompere della guerriglia in città, le lunghe sequenze “didascaliche” militari non sono prive di fascino, tra alte colonne di fumo e scene di battaglia frenetiche e brutali (vedasi l’accanimento impietoso sul cadavere dei nemici a colpi di baionetta). Così come i fac-simile storici che intervallano il plot, dalle udienze del Presidente Lincoln al teatro del suo assassinio (il celebre attentatore Boothe è Raoul Walsh), o l’incontro tra i generali Lee e Grant (un giovane Donald Crisp).
E c’è pure (non accreditato) nientemeno che John Ford sotto un cappuccio del KKK. Tarantino ha dichiarato di “odiare Ford” per questa comparsata; e io reputo questa infelice uscita di Tarantino come un atto di pura ipocrisia demagogica.

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