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Stalker / 19798.6195 voti

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VOTO:
6

digerito in quattro tempi, questo film pesantissimo è intriso di una poesia e profondità di pensiero tale da spingere inesorabilmente allo sbadiglio, al sonno o al gesto inconsulto (la distruzione dell’audiovisivo in questione). le lentissime zoomate russe ci accompagnano (è un eufemismo, in realtà arrancano) verso la misteriosa Zona, una misteriosa stanza sita in un misterioso posto infestato di misteriose e lussureggianti erbacce. la Zona ha il potere di esaudire i desideri degli astanti, ma ovviamente il tutto non sarà semplice. sarà lento. sarà doloroso. sarà estenuante. per lo spettatore, dico, perchè ai tre protagonisti (lo stalker, o guida, il professore e lo scrittore) non accadrà un bel niente per la bellezza di due ore e mezza. parleranno parecchio, cammineranno in circolo, ogni tanto voleranno ceffoni ma questo è tutto. anzi, no: ad un certo punto arriverà un cane, nero e misterioso, e sarà un grosso avvenimento ma mi sfugge il perchè. sorvoliamo quindi sul finale insensato dall’ancor più insensato accompagnamento musicale (l’inno alla gioia? perchè, santoddio?) e soffermiamoci un istante sull’unico aspetto interessante del film: la fotografia. i brevi inserti di bianco e nero, virato seppia, sono da applauso: oltre a caricare di pathos una scenografia cupa dalla connotazione decisamente apocalittica, ha l’innegabile merito di intensificare il tormento interiore degli interpreti (bravi, tra l’altro); il tutto è accompagnato da delicate melodie decisamente in tono con l’ambiente e i personaggi per drammaticità e aspettative. la mia sufficienza è data solo da quest’ultimo aspetto tecnico ma consiglio la visione perchè a) pare trattasi di capolavoro cinematografico, e chi sono io per affermare il contrario? e b) a sorpresa potrebbe piacervi.

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