Ciascun personaggio è stato in grado di farmi ridere ancora (credo che quello interpretato da Fresi sia il mio preferito), ma la formula narrativa -ahimé- mi ha lasciato in bocca un sapore di stantio.
L’innesto dei nuovi personaggi non ha aggiunto nulla alla storia (e ancora non mi è chiaro a cosa sia servito, esattamente, procurarsi un anatomista).
A latere, l’ispettrice di polizia (Greta Scarano, che in Suburra di Sollima non mi era dispiaciuta) è inascoltabile.