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Tutte le sere alle nove / 19677.06 voti

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VOTO:
8

L’atmosfera è ancora quella, inquietante, del precedente “Suspense” (senza contare che una dei sette bimbi protagonisti di “Tutte le sere alle nove”, l’attrice Pamela Franklin, aveva recitato anche nel film tratto dal capolavoro jamesiano), pur nella “normalità” di una famiglia inglese degli anni ’60 (perché non si può definire proprio normale una comunità autogestita dai bambini).
I colori (che, presenti in questa pellicola, mancavano invece nell’altra), non smorzano affatto i contrasti tipici del b/n, ma infittiscono le ombre e inaspriscono la miseria di stanze povere e buie.
La perversa innocenza dei bimbi (segnati dalla morbosa religiosità della madre, la quale ha finito per instillare in loro una concezione deviata ed estrema del peccato; a tal proposito ho trovato davvero straziante la scena della punizione di Gerty) è rappresentata in modo perfetto, così come la viscida natura del “padre” (magistralmente interpretato dal sempre bravissimo Bogarde).
Profondo, bizzarro e spaventoso.

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