NientePopcorn

Magic in the Moonlight / 20146.5274 voti

an image

di
VOTO:
8

Gli attori contemporanei ormai si confrontano con “Woody Allen” (inteso come “il protagonista di ogni commedia di Woody Allen”) come con gli archetipi greci o shakespeareani o della commedia dell’arte. Certo gli sono ancora troppo simili, perché Woody Allen è ancora vivo e ogni nuovo “Woody Allen” è ancora lui stesso a scriverlo, e lui non sembra avere alcuna intenzione di cambiarlo o darne una versione troppo differente. Ciò non è bene, ma è sicuramente molto lontano dalla mia idea di male.
Va detto che in “Magic in the Moonlight” è il Woody Allen regista, più che l’autore o il personaggio, a eccellere. Allen conosce il punto G degli americani innamorati dell’Europa, e va a colpirli proprio lì, ogni volta, fino a umiliarli. I personaggi sono tutti artisti, sognatori e viveur, e la Natura magnifica che li circonda non è “minacciosa” ma è al loro servizio, dal fiore di campo al chiaro di Luna.
Elegantissimi e raffinatissimi i costumi della spagnola Sonia Grande, la cosa che più mi spingerebbe a riguardare il film.

La sceneggiatura stavolta è difficile apprezzarla, ma c’è un motivo, che voglio credere sia intenzionale. L’intero film è uno spettacolo di illusionismo (quale film non lo è?, ma in questo è reso evidente): è ridondante, ogni sottotesto è esibito, “Venghino siore e siori, non c’è trucco non c’è inganno, niente nella manica, niente nel cappello, niente fili, niente botole!”. Finché…

… ta-daa!

Questa recensione ha 3 commenti

Exit mobile version