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Dio esiste e vive a Bruxelles / 20156.9238 voti

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Buona intuizione, ma…

di
VOTO:
6

Piacevole commedia fondata su una intuizione estremamente simpatica e d’impatto: Dio esiste e vive a Bruxelles, appunto. Seguiamo le vicende della giovane figlia di Dio che, su consiglio del più celebre fratello, cerca la libertà nel mondo esterno; è il mondo creato da suo padre, un vecchio borioso e facile alla collera in ciabatte e vestaglia lisa, il quale ama presentarsi come il creatore di ogni sfiga (legge di Murphy, anyone?).

Il cammino di scoperta è puntellato dall’incontro con 6 nuovi apostoli, nuovo corollario evangelico per la seconda figlia di Dio. In 6 capitoli diversi, 6 nuovi Vangeli, arriviamo al cospetto di personaggi estremamente ordinari, quotidiani, i quali si raccontano alla bambina, curiosa di scoprire un mondo così familiare eppure così complesso e lontano dalla sua esperienza quotidiana di divina reclusa.

Grande effetto comico ha il costante conflitto fra divino e quotidiano su cui il regista fa leva con estrema abilità, costruendo momenti molto godibili. Controcanto ugualmente efficace è la nota elegiaca, sotterraneamente malinconica, della bambina posta dinanzi ad un mondo dalle insensate e inspiegabili storture.

All’ottima intuizione di base e al sicuro effetto comico di molteplici istanti, battute, quadri, non tiene dietro però una uguale qualità della sceneggiatura, che arranca vistosamente nella seconda parte nel maldestro tentativo di intrecciare le vicende dei 6 nuovi apostoli. Ugualmente poco efficace appare la chiusa, in cui il passaggio del divino dal Maschile al Femminile con le stratificate prerogative di genere (violenza e sadismo da una parte, ingenua dolcezza dall’altra) ha un peso semantico che richiederebbe una adeguata preparazione narrativa, qui assente.

Complessivamente, una commedia vivace, dinamica, spesso intelligente. Beh, non è poco.

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