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La grande bellezza / 20137.3984 voti

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VOTO:
9

Purtroppo noi italiani siamo fatti così, quando ci troviamo davanti alle cose belle non riusciamo ad apprezzarle, ci uniamo per trovargli ogni minimo difetto, ogni piccola pecca, ci uniamo per smontarle, per farle a pezzi…ma d’altronde cosa ci si poteva aspettare? Noi siamo coloro che ingrossano il portafoglio a Checco Zalone, ai fratelli Vanzina, noi siamo i cultori dei tronisti di Maria De Filippi, de “Il Grande fratello”, di “Amici”, come potremmo mai capire e apprezzare appieno un film di Fellini, di Pasolini o come “La Grande Bellezza”? No, quello si chiama cazz**e, come mi sento dire ormai da diversi giorni, quello si chiama una schifezza, quello non è cinema…sia ben chiaro, il mio non vuole essere un tentativo di fare la spocchiosa o la snob(nemmeno me lo posso permettere, figuriamoci…), è solo un dato di fatto…e lo dico con amarezza, con profonda amarezza…
E’ un film non per tutti. E non sono spocchiosa e snob nemmeno questa volta, sono solo sincera…perché è così, non tutti sanno apprezzare la bellezza di certe cose, non tutti sono dotati di quella profondità d’animo che dà loro la capacità di andare oltre la superficie…purtroppo è così, è un dato di fatto e mi dispiace constatarlo sempre di più ogni giorno che passa…
“La grande bellezza” è un capolavoro, è un capolavoro visivo, che ti cattura fin dal primo fotogramma, è un film che necessita di attenzione, di comprensione e non di superficialità e pressapochismo, è un film complesso, molto complesso, onirico, surreale, dove tutto è una continua antitesi, una continua opposizione tra decadenza e bellezza, fra squallore e spiritualità.
E’ un gioco di metafore, di allegorie che piano piano si sviluppano dando un senso al film…non c’è una trama lineare come di solito siamo abituati a vedere, è tutta una rappresentazione di uno stato d’animo, è una continua ricerca di atmosfere, di paesaggi, di immagini, di personaggi tanto cari a quei due grandissimi registi da me sopra citati, è un film che punta tutto sulle sensazioni visive, sulle emozioni dell’anima…si deve capire, non c’è niente da fare, non va guardato con superficialità, assolutamente…
La bellezza di Roma, la sua immensa magnificenza(forse noi italiani siamo troppo abituati alla sua bellezza che ormai non ce ne rendiamo più conto, non gli diamo più alcun peso e anche questo per me è un male…) che traspare da ogni vicolo, da ogni piazza, da ogni terrazza, da ogni monumento, una bellezza che fa da contrasto allo squallore di certi personaggi che vivono la loro squallida vita fatta solo di ricchezza, di superficialità, di noia, di continua ricerca del possesso, del denaro…ecco così che ci troviamo davanti l’amica che ostenta cultura e profonda intellettualità e viene smascherata davanti a tutti, ecco che ci troviamo davanti il cardinale che ambisce a diventare Papa solo perché interessato ai privilegi di quella carica, ecco che ci troviamo davanti l’arrivista senza talento che dà la colpa del suo fallimento al suo manager…tutti personaggi reali nei quali si rispecchiano i difetti di questa nostra società vuota, menefreghista e individualistica.
C’è solo un modo per salvarsi da tutto questo, riappropriarsi del proprio essere sé stessi, delle proprie origini, della propria spiritualità, rappresentata dalla santa che alla fine si riprende la propria interiorità.
E’ un film filosofico, un perfetto connubio tra neorealismo e surrealismo, un unione perfetta tra Fedrico Fellini e Luis Bunuel, un film a primo impatto incomprensibile per molti, ma comprensibile per coloro che sanno andare oltre le apparenze, per coloro che hanno il potere di andare oltre la superficialità delle cose.
Un film di una bellezza unica e rara, che ti colpisce nel profondo…peccato però che per un popolo troppo legato ai vari Muccino, Vanzina e compagnia cantante, per un popolo troppo abituato a un certo tipo di cinema tutto questo sia solo letame, sia solo noia, sia solo una cazz**e, sia solo me**a…peccato, davvero…
Forse è troppo per noi, così come lo erano Fellini e Pasolini…forse ce la meritiamo davvero questa lenta e inesorabile caduta del cinema italiano…

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