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Io sono Tempesta / 20185.576 voti

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Sbilanciata miscela di realismo e favola

di
VOTO:
5

Da La scuola in poi, ho sempre seguito con piacere e attenzione la filmografia di Daniele Luchetti.
Io sono Tempesta mi sembra il suo lavoro più incerto e poco definito a livello di sceneggiatura (un elemento che, comunque, tolti gli episodi più felici della sua carriera, mi pare sia il suo tallone d’Achille), che pure porta la firma, oltre a quella di Luchetti, di autori di qualità come Sandro Petraglia e Giulia Calenda.

Se il film arriva a destinazione sano e salvo, deve la sua (comunque parziale) riuscita agli attori. In primis, mi riferisco a una serie di interpreti “di mestiere” come Marco Giallini ed Elio Germano e, poi, al buon casting fatto per i caratteristi (fra di loro, c’è anche il Marcello Fonte di Dogman) e i personaggi di contorno, in cui spiccano il giovanissimo Francesco Gheghi (nel film, il figlio di Germano) e Simonetta Columbu (una escort Radiosa, di nome e di fatto, pura, sfacciata, maliziosa e surreale nelle giuste gradazioni).
Se, quindi, i personaggi affidati loro funzionano a sufficienza (quando funzionano…) sostenendo l’intero film, il merito mi pare sia della versatilità degli interpreti e non esattamente della sceneggiatura, che, troppo spesso, sembra procedere incerta.
Credo che il difetto maggiore di questo film di Luchetti stia nella miscela sbilanciata di realismo e favola in fase di scrittura, con un’insistita ma inconcludente predilezione per il secondo versante, sottolineato da un onnipresente e fastidioso commento musicale ad hoc.

Cinque stelline per un soffio.

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