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Hardcore! / 20155.051 voti

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La stoffa del Cult

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Hardcore! è un film che si inserisce, o forse apre, il filone del videoludic-cinema in senso stretto. Girato interamente in soggettiva, si sviluppa in un continuum, o piano-sequenza se vogliamo, che si nutre di un ritmo frenetico per compensare l’unico punto di vista in cui è costretto lo spettatore. Ovviamente le cause di tale frenesia sono anche da ricercare in precise scelte di riferimento al mondo del gaming d’azione, dallo sparatutto all’action RPG e molto altro.
Ilya Naishuller non è nuovo a questo tipo di tecnica visiva, anzi proprio il videoclip musicale “Bad Motherf*cker” per il gruppo punk Biting Elbows (di cui egli stesso è front man), ha spinto il produttore Bekmambetov a contattarlo per proporgli un intero lungometraggio raccontato in prima persona, il cui risultato è appunto Hardcore!. Muovendosi attraverso gli occhi di un ibrido umano-cyborg che non ha memoria del passato e a cui non c’è stato tempo di installare il modulo vocale (per cui non parla), lo spettatore ne seguirà pedissequamente gli incontri ma soprattutto gli scontri, perché l’arco narrativo assume ben poco significato in questo prodotto (preoccupandosi di gettare unicamente le basi di un contesto hi-tech), che presto si abbandona coscientemente al dato visivo, all’azione pura e al trasporto nel mondo dei videogiochi. Forse è questa natura velleitaria il vero punto debole del film, ma trattandosi di sperimentazione potrebbe anche rivelarsi il suo contrario. C’è quindi da chiedersi se trasportare il videogioco (o meglio il videogioco d’azione) sul grande schermo privandolo dell’interattività sia una mossa vincente. Sicuramente è un esperimento apprezzabile se non necessario, coraggioso e decisamente consigliato per la sua ventata innovativa. Poi sarà il pubblico a decidere se spedirlo nel dimenticatoio o elevarlo a cult.

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