Una storia di dichiarata ispirazione autobiografica, dove la protagonista incarna la figura della madre del regista, che al suo esordio al lungometraggio sente subito la necessità di affrontare i dilemmi della sua memoria. Denis Do sceglie una tecnica di animazione solo apparentemente semplice per concentrare l’attenzione sugli eventi storici e le emozioni private. Se gli eventi si susseguono in forma quasi episodica e sicuramente ripetitiva, le emozioni sono esaltate alla sapienza dello storyboarding e l’illustrazione dei paesaggi, una cornice pittoresca e meravigliosa ma che porta su di sé l’onere di incarnare la paradossale prigione che quella nazione è diventata per i suoi abitanti…