NientePopcorn

/ 19638.7434 voti

an image

Il Cinema come Sogno

di
VOTO:
10

La pellicola parla del regista Guido Anselmi che, crisi creativa perché non riesce a girare il suo ultimo film, si rifugia in una stazione termale nella speranza di ritrovare l’ispirazione. In questa stazione si susseguono diversi personaggi, come il produttore di Guido, la sua amante, la moglie, la protagonista del film che sta tentando di girare. In realtà non esiste una vera trama, ma solo un susseguirsi di visioni dello stesso Fellini come il ricordo della madre, della morte del padre (quasi a simboleggiare un rapporto edipico mai risolto), di sogni, del rapporto con le donne della sua vita, prima amate poi abbandonate, ad eccezione dell’unica che Guido cerca e desidera, ma di cui ci sono solo visioni: l’ispirazione, “interpretata” da Claudia Cardinale. Tutti i personaggi sono in realtà fantasmi del sogno di Fellini, figure ectoplasmatiche che vagano, parlano dei loro pensieri a un Guido sempre più distaccato e tormentato. La sua è l’unica voce che non riusciamo a percepire. Fellini crea un film prima di tutto psicanalitico poi biografico, in cui mette insieme tutte le sue paure, i suoi desideri, le frustrazioni e le sue speranze accavallandole fino a farle diventare indistinguibili. La sua confusione professionale rispecchia quella nella sua vita. Soltanto quando tutto è finito, quando sembra che la sua carriera e la sua vita si sia conclusa, capisce che tutte le situazioni in cui si è trovato, tutte le persone che ha conosciuto fanno parte di lui e li accetta con amore e gratitudine. Le scenografie di Pietro Gheradi sono impressioniste, perfette per il movimenti di macchina sempre fluidi, rafforzate dalla fotografia in bianco e nero pena di forti contrasti di Gianni Di Venanzo. Con questo film Fellini rompe definitivamente col passato, portando al limite la sua poetica, dando il via ad una nuova stagione di tutto il cinema mondiale.

Questa recensione ha ha un commento

Exit mobile version